
Ansa Tecnologia
Venerdì 16 Maggio 2025
Epidemie, da smartphone e comportamento i nuovi dati per capirle
I dati degli smartphone per ricostruire gli spostamenti e quelli che descrivono il comportamento umano per capire come le infezioni si propagano nello spazio: stanno cambiando così i dati che alimentano i modelli matematici che descrivono l'andamento delle epidemie. Li ha descritti la matematica Vittoria Colizza dell'Insern, l'Istituto nazionale francese per la sanità e la ricerca medica, nel convegno dell'Accademia dei Lincei sulle emergenze virali. "Fino alla pandemia di Covid-19 c'era dall' ottimismo dei Big Data , ma poi è stato necessario semplificare gli approcci per fornire risposte in tempo reale ", ha detto Colizza all'ANSA. "La pandemia stessa ci ha spinto a sviluppare approcci matematici, computazionali e statistici in grado di descrivere quanto stava accadendo e per capire i meccanismi della diffusione, in modo da fornire informazioni utili alle autorità", ha aggiunto. Il risultato è che "oggi ci si focalizza sull' utilizzo di dati non convenzionali , come quelli dei telefoni cellulari, che ci hanno aiutato a definire e anticipare la propagazione spaziale della pandemia da un luogo all'altro e a caratterizzare gli effetti del distanziamento sociale". Per esempio, ha proseguito, nella prima ondata della pandemia di Covid-19 dati come questi " ci hanno permesso di anticipare che lockdown stava funzionando ". I nuovi modelli matematici e le loro possibilità più ampie hanno anche ispirato i cinque pilastri che costituiscono la visione strategica del nuovo Centro per la risposta pandemica dell'Università Sorbona. Innanzitutto, ha detto l'esperta, si deve tenere conto del comportamento umano , in secondo luogo si punta a progettare misure di salute pubblica di precisione , mirate dove c'è bisogno e adattabili in tempo reale all'evoluzione dell'epidemia. Ci si muove poi in una prospettiva globale e secondo un approccio One Health , che non consideri cioè solo gli esseri umani, ma il mondo animale e l'ambiente. "Va ripensata la nostra capacità di essere pronti alla risposta prima e durante l'epidemia, di considerare gli elementi di interfaccia e di cooperazione tra gli aspetti scientifici e di salute pubblica: sono capacità - ha rilevato - da allenare in tempo di pace".
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