
L 'Intelligenza Artificiale potrebbe aiutare le piante a riconoscere un maggior numero di batteri dannosi e, di conseguenza, a difendersi in maniera più efficace . A questo scopo la ricerca coordinata dall'Università della California a Davis sta cercando di potenziare il recettore delle piante che ha il compito di individua re le minacce batteriche utilizzando AlphaFold , il modello di intelligenza artificiale dell'azienda Google DeepMind in grado di decifrare la struttura 3D delle proteine che è valso il Premio Nobel per la Chimica 2024 a John Jumper, David Baker e Damis Hassabis. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Plants, potrebbe portare a nuovi modi per proteggere le colture da malattie che causano molti danni ai raccolti.
Le piante possiedono dei sistemi immunitari proprio come gli animali: il loro kit di difesa include dei recettori che permettono di rilevare i batteri pericolosi e di mettere in atto le adeguate contromisure . Tuttavia i microrganismi evolvono continuamente nuove strategie per non essere individuati.
"I batteri sono in una corsa agli armamenti con i loro ospiti vegetali", osserva Gitta Coaker, che ha coordinato i ricercatori, Per aiutare le piante a tenere il passo, gli autori dello studio hanno usato il modello AlphaFold per riprogetta re uno di questi recettori, rendendolo in grado di riconoscere un maggior numero di potenziali minacce .
Uno degli obiettivi della ricerca è il batterio Ralstonia solanacearum , che provoca l' avvizzimento in oltre 200 specie vegetali, tra le quali colture importanti come il pomodoro e la patata. "Siamo riusciti a dare alla pianta la possibilità di resistere all'infezione - afferma Coaker - in un modo molto più mirato e preciso".
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