Ultimo saluto a Marco, morto a 38 anni: la sua grande passione era la musica

Alzate Brianza Operaio, una malattia lo ha piegato in tre mesi. Domani alle 10.30 i funerali. Suonava in una band locale, i “Quick Monday”: «Rimarrà tutto di te, fai buon volo super Tosho»

A piangerlo, anche i Quick Monday, la band con cui Marco Tosetti, di Alzate, morto a 38 anni, suonava la chitarra.

Una malattia, in pochissimo tempo, in circa tre mesi, se l’è portato via. Troppo veloce, l’ultimo tempo che ha potuto vivere. «Rimarrà tutto, la tua musica, le tue parole, birra, chiacchiere. Ci porti via tanto, tantissimo… buon volo super Tosho… figlio e libero schiavo dell’arte…», alcune delle parole messe nere su bianco in un post comparso in queste ore sui social, con i compagni di gruppo che riprendono un link su YouTube, “Da sempre vivi dentro me... Ragazzo dello spazio”, la frase che riprende il ritornello e il titolo della canzone, dove dentro c’è anche la musica di Marco.

Profondo dolore

La comunità di Alzate, ma anche quella del rock indipendente, tra suoni alternativi e la grinta del punk rock, piange la sua morte. Marco non era solo un artista, un musicista appassionato e un grande amante di musica, ma anche un lavoratore, operaio alla Rama Packaging & Automation - impianti per il confezionamento - di Orsenigo. Conosciuto anche in altri paesi e città della provincia, tra Albavilla, Orsenigo, ma anche Cantù, dove ogni tanto girava, e Como, dove ha calcato anche il palco, per i suoi concerti, del Joshua Blues Club.

Restano le foto in cui lo si vede spesso sorridente. Gli amici lo ricordano come una persona semplice, molto alla mano.

Amava suonare, “Toshoide”, come lo chiamavano alcune delle persone cresciute insieme tra le piazze dei paesi e gli oratori. Amava andare ai concerti, divertirsi. La vita semplice con gli amici. Lo conoscevano tutti. Anche chi non aveva la sua età ma qualche anno in più o in meno. Tifoso del Como Calcio. A inizio aprile, si è manifestato qualche primo strano acciacco. Un approfondimento medico ha quindi svelato l’origine dei malesseri, legati a una malattia che, in pochi mesi, non gli ha dato scampo. Grande dolore sia a casa che al lavoro. La famiglia, i colleghi. In queste ore, tutti chiusi, come è comprensibile, nel lutto e nel cordoglio.

Abitava a Verzago

Casa di famiglia in frazione a Verzago. I boschi nelle vicinanze. Utilizzati, finché è stato possibile, come una risorsa per le passeggiate. Sempre pronto alla battuta. Sapeva, dicono gli amici, coltivare i rapporti. Era la persona con cui ci si divertiva a parlare, a scambiare anche soltanto due parole. Di compagnia. Era così con tutti, dicono. Anche se magari a volte prevaleva il suo lato più introverso. Ma anche nella malattia, Marco non ha mai voluto piangersi addosso. Con riservatezza, in questi ultimi mesi, l’hanno potuto vedere i familiari, gli amici più stretti. Perché era legato ai suoi amici storici, alla compagnia con cui era cresciuto. Poi è arrivata la terapia. E queste ultime giornate all’ospedale Sant’Anna di San Fermo. Dove è rimasto circondato sino alla fine dalle persone più care.

Nel tardo pomeriggio di martedì, è circolata sia ad Alzate che fuori paese la notizia della sua morte. I funerali sono fissati per domani, venerdì, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Alzate.

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