Cade dallo scooter e muore: «Addio Ale, amico mio. Un ragazzo sfortunato
ma sempre con il sorriso»

Alzate Brianza Il ricordo commosso dell’uomo di 39 anni morto mercoledì per la caduta dalla moto

Sarà l’esito dell’autopsia a stabilire cos’abbia causato la morte di Alessandro Cianci, il trentanovenne artigiano di Giussano caduto violentemente a terra nel pomeriggio di mercoledì scorso mentre viaggiava in sella al suo scooterone in via 4 Novembre.

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Avrebbe fatto tutto da solo, nell’incidente non sono coinvolti altri mezzi. Cianci verso le 14 si trovava su un tratto rettilineo quando avrebbe perso il controllo della moto, forse per un improvviso malore, finendo sull’asfalto e presumibilmente impattando violentemente il capo contro il marciapiede. Il pubblico ministero, Giuseppe Rose, oltre all’autopsia ha disposto anche il sequestro del veicolo. Cianci era celibe, viveva in via Battaglione Edolo a Giussano, al confine con Arosio, insieme ai genitori. Da una decina d’anni aveva aperto un’attività in proprio con sede proprio nella casa di famiglia: un’impresa individuale nel settore della fabbricazione di strutture metalliche.

Da ragazzo invece era cresciuto a Sovico, comune sempre in provincia di Monza e della Brianza ma alle porte del capoluogo brianzolo. Lo ricorda con commozione un caro amico Jacopo Arosio, 41 anni. «Ale era la persona più buona di questo mondo – ci ha raccontato telefonicamente trattenendo a stento la commozione - Ha passato tutta la vita a combattere per essere se stesso. In molte occasioni è stato davvero sfortunato, ma non mostrava mai le difficoltà, le celava dietro a un sorriso».

Le loro strade si sono incrociate sui banchi di scuola. «Alle medie ero in classe col fratello maggiore, Ivan, 41 anni come me, poi ero stato bocciato e mi ero trovato proprio con Alessandro».

I due hanno condiviso anche l’esperienza dell’istituto superiore. «Abbiamo frequentato l’Ipsia di Monza indirizzo perito meccanico». Per un certo periodo sono stati anche compagni di squadra. «Giocavamo a pallacanestro nel Sovico». Uscivano insieme a ballare. «Alessandro amava la musica da discoteca, era la sua via di fuga». I due amici, cresciuti, hanno imboccato strade differenti, ma sono rimasti comunque in contatto. «Alessandro è sempre stato nel mio cuore. Non ci sentivamo spesso, bastava una telefonata ed era come se ci fossimo visti il giorno prima».

Jacopo racconta che Cianci ha fatto tanti lavori prima di diventare artigiano in proprio. «La sua attività gli piaceva moltissimo. Una volta l’ho incrociato in bicicletta a Sovico con lo zaino degli attrezzi. In quel periodo non aveva la patente». Jacopo ci confessa di aver avuto quasi un mancamento quando ha visto online la foto dell’incidente. «Ho riconosciuto subito il suo scooterone. Ale era un grande appassionato di moto».

Oggi andrà a fare visita ai genitori e al fratello. «Non ho avuto il coraggio di chiamarli, ma voglio esprimere la mia vicinanza. Ale era speciale».

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