Cantù, le prime 150 firme contro il dormitorio all’oratorio (chiuso) di San Leonardo

Il caso In fila al tavolo della Lega al mercato per dire no all’ipotesi della Comunità pastorale. Domenica 12 novembre la petizione si sposta in piazza Garibaldi

Per ora è solo un’idea, quella di realizzare un dormitorio nell’ oratorio chiuso di San Teodoro, un’idea della quale non si hanno dettagli o tempi di realizzazione.

Ma 150 persone sabato 11 novembre, si sono fermate al banchetto allestito dalla Lega per sottoscrivere la raccolta firme che a quell’idea dice fermamente no. E domenica 12 novembre si replica in piazza Garibaldi. Intanto l’amministrazione si dice pronta ad aprire un dialogo con la Comunità pastorale, per capire se sia possibile riaprire la struttura di via Daverio mantenendo una funzione sociale legata ai giovani. Tema esploso all’improvviso e che infiamma di colpo la campagna elettorale, che ancora stava scaldando i motori, con la sezione cittadina della Lega pronta salire sulle barricate, come già è stato per il capannone di via Milano, la moschea.

Perché, secondo il Carroccio, un dormitorio «può solo creare un luogo di permanenza di immigrati e clandestini», un progetto definito «irresponsabile», che «nel breve periodo porterà maggior insicurezza e degrado». Di contro, si legge nell’appello firmato dal segretario cittadino Maurizio Facchini, «crediamo che sia compito della politica trovare soluzioni alternative anche nel colloquio con la società civile al fine di mantenere attive le giuste attività all’interno di San Teodoro, se non nella sua naturale identità oratoriale, almeno come punto di ritrovo e socializzazione giovanile magari all’interno di un progetto sportivo». La comunità pastorale di San Vincenzo, per ora, preferisce non rilasciare dichiarazioni in merito, ma annuncia che avrà modo prossimamente di mettere per iscritto le ragioni, le modalità, e di presentare ai canturini il progetto complessivo della riqualificazione di quell’ambiente e di quegli spazi.

Ieri mattina, alla postazione “storica” all’ingresso del mercato, c’era buona parte dell’attuale gruppo consiliare della Lega e l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Cattaneo. «I cittadini arrivano informati – spiega Sofia Guanziroli, che è anche consigliere provinciale – sanno di questo progetto, e sono allarmati dalle conseguenze che potrebbe avere. Non c’è bisogno di dare spiegazioni, sanno tutto».

Una coppia si avvicina diretta al banco e ammette di essere qui espressamente per firmare. «Ci sono già troppi immigrati irregolari – dice la donna – Sicuramente ci sono anche tante persone per bene, ma ce ne sono molte che invece non lo sono. E se ci fosse questa struttura potrebbero arrivarne altre».

Il timore diffuso pare essere questo. «È un tema che coinvolge tutta la cittadinanza - commenta il sindaco Alice Galbiati - comprendo e capisco l’idea di chiedere ai cittadini se sono d’accordo». Ma se la comunità pastorale ha chiuso l’oratorio è stato per una sofferta decisione legata a motivazioni pragmatiche. «La nostra intenzione - continua – è avviare un dialogo per capire se ci sia la possibilità di una proposta alternativa, in modo da lasciare la destinazione rivolta ai ragazzi, una cosa che, in questo momento di grande fragilità, si inserirebbe anche nell’ottica del nostro progetto dell’apertura dell’Hub Garibaldi, dell’Informagiovani».

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