Cento giovani alla Giornata mondiale della gioventù. Insieme dalle comunità di Cantù, Serenza e Vighizzolo: «Esperienza unica di condivisione»

Gmg a Lisbona Tre le comunità pastorali presenti. Insieme a San Vincenzo anche Vighizzolo e Serenza: «È solo l’inizio di un percorso che faremo insieme»

Zaini (enormi) sulle spalle e cappelli in testa per prepararsi al sole che brilla sul Portogallo: dalle tre comunità di Cantù, Vighizzolo e della Serenza sono partiti in cento per incontrare Papa Francesco alla Giornata mondiale della gioventù. Un primo gruppo dal 30 luglio, con rientro a casa il 7, mentre un secondo gruppo si è unito il 4 agosto con rientro previsto per ieri, 10 agosto. Tutti guidati da un trio di giovani preti.

Gioia e fatiche

Il viaggio ha lasciato segni indelebili in ciascuno ma anche nel rapporto tra le tre comunità. Tra fede e amicizia, il gruppo ha imparato a collaborare nelle difficoltà - quella data, per esempio, dal dormire in una palestra con altri 200 ospiti e solo sei docce e tre water - e a gioire della condivisione. La gioia è stata in effetti la cifra caratterizzante di questa Gmg e non è un caso che proprio Papa Francesco abbia voluto definire Lisbona la «città della gioia». Ed è davvero la descrizione migliore possibile perché è capace di condensare in tre parole il senso delle bandiere fatte sventolare nel vento che viene dall’oceano e delle tantissime mani usate per tenere il tempo della musica, battere un cinque, stringerne altre in segno di solidarietà, apertura, amicizia. La Giornata mondiale della gioventù per il primo gruppo di giovani di Cantù, Vighizzolo e Serenza è iniziata il 30 luglio con un volo diretto a Porto, da lì tappa a Fatima per pregare insieme e poi dritti a Lisbona, dove gli 85 che hanno aderito al “pacchetto B” della diocesi di Milano, hanno assistito a tre catechesi, di cui una tenuta dall’arcivescovo Mario Delpini.

D on Riccardo Cagliani, 30 anni, responsabile della pastorale giovanile di Vighizzolo, è partito per Lisbona con sei ragazzi, cui poi si sono aggiunti, il venerdì della via Crucis, altri 22 partiti sempre da Vighizzolo: «Vivere questa esperienza da prete mi ha permesso di vederla attraverso gli occhi dei miei giovani: il loro stupore ha spezzato i pregiudizi e dato nuova vita a questa esperienza».

Tra i momenti più toccanti senza dubbio la veglia a Parque Tejo, quando improvvisamente un milione e mezzo di persone sono rimaste in silenzio, con gli occhi puntati sui maxi schermi o direttamente sull’altare, verso l’Eucaristia. «È stato il segno che i giovani sanno fare “casino”, ma che sanno anche fermarsi a pregare - racconta don Paolo Confalonieri, 35 anni, responsabile del gruppo di Cantù, composto da 52 giovani - e questo significa che le nuove generazioni possono essere speranza per tutta la Chiesa».

Tre comunità sempre più unite

Papa Francesco ha voluto condividere con i giovani un sogno, quello della pace. «I giovani di oggi - continua don Paolo - non fanno fatica dialogare con i loro coetanei di nazioni e lingue diverse, quindi possono davvero costruire un mondo di pace». Ma quel sogno e quella gioia vissuti in terra portoghese non possono rimanere una parentesi. L’indicazione di Papa Francesco infatti è stata chiara: la gioia della Gmg dovrà essere “missionaria”. Un compito che le tre comunità di Cantù, Vighizzolo e Serenza porteranno avanti nel concreto della quotidianità a partire dal nuovo anno pastorale, quando i tre gruppi di giovani proseguiranno nell’ “esperimento” che è stata questa Gmg: un cammino di condivisione decanale, che li vedrà coinvolti tutti quanti in attività comuni, come già è stato per i pellegrinaggi dei gruppi di pre-adolescenti.

«È solo l’inizio. - Conferma don Riccardo Borgonovo, prete novello di 26 anni e nuovo responsabile della Serenza, che ha accompagnato una ventina di giovani - della mia esperienza con questi ragazzi e di un percorso che faremo insieme. L’aver condiviso momenti così intensi farà da collante tra noi anche in chiave di amicizia».

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