Comune e Pannonia, non è finita: nuova sfida in Cassazione

Capiago Intimiano Caso scuola media, la società ungherese si rifiuta di pagare nonostante due condanne

Capiago Intimiano

Ennesimo capitolo della vicenda legata al fallimento della Tes Energia di Marcianise, l’azienda che non terminò i lavori della nuova scuola media di via Serenza conclusi poi dalla fiorentina Procogen.

Il Comune di Capiago Intimiano aveva vinto due volte intribunale (primo e secondo grado) contro Pannonia, la società ungherese con cui Tes aveva stipulato una fideiussione. Ora però viene trascinato in Cassazione: Pannonia non ci sta a pagare i 165mila euro circa sentenziati dai giudici.

L’origine risale al 2018, quando l’Amministrazione comunale era guidata da Prospettiva Comune, la lista oggi in minoranza di cui è capogruppo l’ex sindaco Sandro Vergani. Ora si è al secondo mandato di Progetto Insieme, con in testa il sindaco Emanuele Cappelletti.

«Noi abbiamo contestato l’abbandono prematuro del cantiere da parte di Tes - ricorda Cappelletti - Pannonia ha però fatto ricorso in Cassazione. Intanto, beffa della beffa, l’Agenzia delle Entrate, per un principio generale di solidarietà tra attore e convenuto, chiede a noi il saldo del contributo unificato, circa 5mila euro: dovremo essere poi noi a chiedere la cifra alla ricorrente».

Ma la questione più importante è un altra, e riguarda la vicenda dei 652mila euro di acconto sui lavori, che all’epoca uscirono dalle casse del municipio. La Corte dei Conti, nel 2023, ha condannato l’assicurazione di un dipendente a pagare, a titolo di colpa grave, 178mila euro, affermando che le responsabilità andavano ricercate anche in altri soggetti. «I 652mila euro, più interessi e spese legali, sono diventati quasi un milione di euro - dice il sindaco - Il Comune ha mandato un anno fa delle lettere interruttive di prescrizione a tutti i possibili soggetti coinvolti e sta valutando il da farsi a seguito di alcuni procedimenti che ancora non sono passati in giudicato».

E il fallimento della Tes? «Sembra una scatola vuota o poco più - chiosa Cappelletti - Abbiamo chiesto la restituzione dell’Iva pagata all’Agenzia delle Entrate dall’Amministrazione precedente: ancora non c’è l’okay del curatore».

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