
Cronaca / Cantù - Mariano
Venerdì 27 Giugno 2025
Da Cantù all’Etna: «Quanta fatica, ma che emozioni»

Il giallo delle ginestre in fiore, il nero delle colate laviche, l’azzurro del mare cristallino. Dopo una pedalata di 1.600 chilometri, l’Etna ha accolto Francesco Ghelfi con un tripudio di colori.
Il canturino, partito alle 6 del mattino di venerdì 13 giugno dalla palestra Olimpic Center di Cantù, è giunto sabato 21 giugno alle 12.30 al Rifugio Sapienza a 1.910 metri sul livello del mare, il punto più alto raggiungibile in auto sul versante sud dell’Etna, il luogo da cui parte la funivia che porta alle zone più elevate del vulcano.
Ghelfi ha percorso la costa tirrenica: Rapallo, Tirrenia, Orbetello, Lido di Latina, Salerno, Maratea, Tropea, Villa San Giovanni, con tappe anche da 240 chilometri che significano quasi dieci ore in sella. «La tappa più impegnativa è stata la seconda, da Rapallo a Tirrenia, ho attraversato il Passo del Bracco, uno dei più difficili tra La Spezia e le Cinque Terre – racconta Ghelfi – Rimanendo in tema, non avevo inoltre considerato bene gli strappi nella zona di Salerno, Basilicata e Calabria, devastanti. Quella costa è bellissima dal punto di vista panoramico, ma davvero dura in bici».
Il momento più emozionante è stato, senza ombra di dubbio, l’arrivo: «Da pelle d’oca. Appena inizi a puntare la salita dell’Etna vedi il giallo dei fiori delle ginestre, poi piano piano gli alberi lasciano spazio alle colate laviche delle ultime eruzioni e ti ritrovi immerso in un ambiente lunare, uno scenario completamente diverso. Mentre percorri una salita di più di 40 chilometri che ti porta a circa 1.900 metri di altitudine, lo sguardo si apre sul mare cristallino, davvero incredibile».
Verso il finale c’è stata una deviazione di percorso con l’aggiunta di una tappa volante a Nicolosi, paese alle porte dell’Etna sotto il quale ricade il Rifugio Sapienza. Il sindaco Angelo Pulvirenti e l’assessore allo sport Alessandro Chisari, venuti a conoscenza dell’impresa a scopo benefico di Ghelfi, hanno voluto incontrarlo: «Anche qui qualcosa di inaspettato, sono stati gentilissimi». Il canturino è stato accolto con tutti gli onori, ha ricevuto il gagliardetto del Comune e un attestato di riconoscimento con la frase “Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”, la stessa che Ghelfi ha scelto di stampare su tutte le magliette indossate durante il percorso.
Il progetto “Road to Sicily on the bike”, che ha portato il ciclista da Cantù all’Etna, è stato sia la realizzazione di un sogno nel cassetto, sia un’iniziativa a sostegno dell’associazione Abilitiamo Autismo. Grazie alla mobilitazione che si è creata intorno al viaggio, sono state raccolte donazioni per quasi 7mila euro: «Un risultato che, sinceramente, non pensavo di raggiungere. Un piccolo bottino per il quale mi sento di ringraziare tutti».
In questi giorni il canturino si prende una pausa dalla bici, ma non dal lavoro, è già tornato operativo alla palestra Olimpic Center, dove è co-titolare. Le gambe si riposano, ma la testa forse già sogna una nuova impresa.
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