
Cronaca / Cantù - Mariano
Giovedì 10 Luglio 2025
Diesel Euro 5, blocco rinviato. Salvi 2.100 autoveicoli a Cantù
L’annuncio Slitta al 2026 lo stop previsto per ottobre. Riguarderà le città oltre i 100mila abitanti. Esulta il centrodestra. Molteni (Lega) e Maspero (FdI): «Vince il buon senso». Il Pd: «Vi smentite»
Cantù
A contarli solo a Cantù: 2.104 proprietari di veicoli diesel Euro 5 e relative famiglie. Il loro timore era di non poter più usare l’auto a partire dal 1° ottobre. Uno spauracchio che ora si scioglie come ghiaccio al sole di luglio. L’allarme per centinaia di automobilisti di doversi comprare un nuovo veicolo da qui a tre mesi, se non di restare appiedati, rientra.
Perché, con l’emendamento Molinari al decreto legge Infrastrutture in commissioni riunite ambienti e trasporti della Camera dei Deputati, la questione di adeguarsi alle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in tema di inquinamento è rinviata di almeno un anno. Per Cantù e per Como, però, non si porrebbe più nemmeno in futuro: dal 1° ottobre 2027, potrebbe riguardare - con l’adozione di possibili misure compensative: non per forza - soltanto i centri con oltre 100mila residenti di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.
«L’ambiente non si tutela così»
Esulta il centrodestra. A partire dalla Lega. Per la modifica legislativa che ha come primo firmatario il deputato Riccardo Molinari. Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, parla di “Salva Cantù”.
«Grazie a un emendamento della Lega è stato tolto il limite dei 30mila abitanti dal divieto di circolazione delle auto diesel euro 5», afferma. E aggiunge: «Salva Cantù ma anche Salva Como: una norma di buon senso per far fronte alle eurofollie antisociali di Bruxelles, che avrebbero messo in ginocchio migliaia di cittadini e aziende. Si può tutelare l’ambiente in modo diverso».
Soddisfatto anche Sergio Gaddi, consigliere regionale di Forza Italia.
«Il blocco a Cantù avrebbe provocato un danno economico enorme per cittadini e lavoratori. La mozione votata in Regione è stata una spinta decisiva. Finalmente si sta riconoscendo l’importanza della libera mobilità contro le derive ambientaliste: le emissioni dei diesel moderni sono irrisorie rispetto ad altri inquinanti legati al mondo della mobilità elettrica. Ma il vero obiettivo sarebbe quello di limitare l’assurda norma europea che vieta la produzione dei motori a combustione interna dal 2035. Spero che si torni alla ragionevolezza e si smetta con questa insensata guerra all’auto».
«Spaventati dal malcontento»
Valeriano Maspero, vicesindaco a Cantù con Fratelli d’Italia, sottolinea in commissioni riunite il contributo, sempre nel contesto del centrodestra, del deputato e collega di partito Fabio Raimondo. «Famiglie, artigiani, piccole imprese: faticano a fare il pieno, figurarsi cambiare il furgone o l’auto - afferma Maspero - Non è contro la salute ma a favore del buon senso. Che sia una transizione sostenibile socialmente».
Per Angelo Orsenigo, consigliere regionale Pd: «La stortura è tutta interna al centrodestra. Furono proprio loro, con il decreto legge 121/2023, a stabilire l’entrata in vigore della misura». Ritenuta però la necessità di assicurare - si legge nel testo del dl - la piena esecuzione delle sentenze emesse a livello europeo. «Oggi, spaventati dal malcontento, gli stessi partiti di maggioranza decidono di rinviare tutto al 2026 - prosegue Orsenigo - Di positivo c’è che, con questo rinvio, i cittadini e le famiglie avranno più tempo per organizzarsi e sostituire i veicoli interessati».
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