Gli architetti europei e la città: «La vera sfida è ripensare Cantù»

Il concorso Vesco ( Europan Italia) parte da piazza Garibaldi: «Il nodo è la convivenza con le auto. Va riorganizzato il traffico di attraversamento. In prospettiva? Pedonalizzazione da ampliare»

Il centro da ripensare, per trovare il giusto equilibrio tra le auto e i pedoni. L’attraversamento non semplice della città, con i collegamenti che potrebbero trovare ossigeno grazie a un trasporto pubblico urbano migliore. Più in genere, la possibilità di progettare e ripensare Cantù - attraverso il concorso di idee che presto sarà lanciato agli architetti under 40 - vista come una stimolante sfida.

Sono queste alcune considerazioni offerte dall’architetto 
Rosalia Marilia Vesco, segretario nazionale di Europan Italia, in vista del concorso di idee a cui il Comune di Cantù, con l’importante stimolo dell’Ordine degli Architetti di Como, ha deciso di aderire in qualità di area di progettazione. Perché un giovane architetto dovrebbe cimentarsi con la progettazione di Cantù? «Penso che sia una bellissima sfida, dopo il Covid uno degli elementi più interessanti è quello dello spazio pubblico. La riprogettazione può stimolare molto la riscoperta dell’identità urbana. Per un giovane architetto potrebbe essere anche una bella occasione di lasciare un segno nella città», dice Vesco, nella delegazione arrivata in città in questi giorni.

Anche lei ha conosciuto il sindaco Alice Galbiati, anche lei è stata accompagnata dal vicesindaco Giuseppe Molteni e dal funzionario del Comune Laura Mainetti per la città. «A Cantù non ero mai stata - afferma al termine dello screening - Per me è stata anche l’occasione di vedere la città non solo con gli occhi dell’architetto, ma anche con quelli della turista, tra criticità e potenzialità. I temi che Cantù offre sono diversi. Piazza Garibaldi era strutturata come luogo di passaggio, un agorà da utilizzare non solo per l’aspetto commerciale, ma anche per eventi. L’utilizzo crescente dell’automobile ha in parte snaturato il centro».

«L’automobile diventa un problema da gestire e un aspetto che indiscutibilmente genera delle riflessioni, a partire dal confronto con una generazione un po’ restia alla pedonalizzazione - continua - L’Europa ci chiede attenzione sotto tutti i profili, inviteremo a rielaborare le funzionalità legate al traffico facendo i conti, con attenzione e sensibilità, con un sistema che comunque non può essere scardinato».

Mezzi pubblici: «Da verificare l’agilità dei collegamenti, può essere oggetto di studio la connessione dalla stazione di Cantù Asnago al centro, attraverso un asse importante. Ci sarebbe da realizzare un potenziamento delle linee del trasporto pubblico. Credo che a parcheggi la città sia messa abbastanza bene. Sono tanti i percorsi pedonali possibili, per una città vivibile nel raggio di un quarto d’ora a piedi dai luoghi più attivi. Il centro è molto più a portata di mano di quanto si possa immaginare».

«Il potenziale della città e dei canturini è enorme, un popolo attivo, di capacità imprenditoriali, desideroso di mettersi in gioco - conclude - Le possibilità di un grande sviluppo legato a una ventata di idee innovative potranno fare la differenza. Ho trovato straordinaria la chiesa di San Teodoro. Cantù dal punto di vista delle bellezze artistiche offre esempi interessantissimi, a partire dalla basilica di Galliano, ma anche da piazza Garibaldi, dove il campanile di San Paolo è come un magnete. Elementi che meritano attenzione. Cantù è una possibile città esperienziale».

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