Il covid è già tornato in 86 classi. L’invito di Ats «Mascherine nei luoghi affollati»

Pandemia Con la scuola i casi aumentati del 158% e crescono anche i ricoveri: superata quota 500 in regione. Gli esperti: «I più fragili continuino a proteggersi»

Torna a salire il Covid, con l’influenza già in circolazione. Dall’inizio del mese i contagi nella nostra provincia, su base settimanale, hanno registrato un’impennata del 158%, solo negli ultimi sette giorni il balzo è del 50%. L’incidenza dei casi è ben oltre la soglia in città e sul lago, più bassi i dati tra Cantù, Mariano e Lomazzo. Ma è in tutta la Lombardia che la pandemia sta rialzando la testa, come pure nel resto d’Italia anche se con meno rapidità. Le reinfezioni rappresentano il 15% dei contagi dell’ultima settimana: «Il numero di pazienti contagiati che hanno necessità di ricovero appare comunque molto contenuto», scrive Ats. Ma i pazienti ricoverati nella nostra regione sono tornati sopra quota 500 quando, invece, è dal mese scorso che stavano calando. E le quarte dosi, consigliate a tutti gli over 12, sono ferme al palo.

Il primario di Malattie Infettive dell’Asst Lariana Luigi Pusterla ha espresso preoccupazione, una ripresa della pandemia potrebbe provocare un nuovo stress su tutto il sistema sanitario.

«La ripresa della circolazione virale – spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – è ben documentata sia dall’incremento del tasso di positività dei tamponi, sia dalla netta risalita dei nuovi casi che fa già sentire i primi effetti sui ricoveri in area medica. Peraltro, accanto alla ripresa delle lezioni scolastiche, alla maggiore frequentazione dei luoghi chiusi e all’elevata percentuale di reinfezioni, la decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici contribuirà ad un ulteriore aumento della circolazione virale».

I più fragili

L’addio alle mascherine scatta da domani (oggi è l’ultimo giorno), ma l’Ats Insubria consiglia di utilizzarle comunque. «Come noto da oggi decade l’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici, tuttavia appare ancora consigliabile l’uso della stessa in tutte quelle situazione di affollamento che, inevitabilmente possono favorire il contagio. Queste misure sono un atto di protezione per le fasce di cittadini più fragili con le quali chiunque può venire a contatto e trasmettere il virus».

I nuovi contagi investono non solo bambini e adolescenti, nelle scuole però si vedono i primi effetti delle positività, con 86 classi nel Comasco in sorveglianza (sei dell’infanzia, 37 delle elementari, 13 delle medie e 30 delle superiori). Con le nuove regole comunque a casa rimangono i soli alunni positivi per cinque giorni. Non c’è didattica a distanza, non bisogna segnalare i compagni di classe, non ci sono contatti stretti o quarantene.

Meno controlli

«Un po’ di preoccupazione c’è – commenta Nicola D’Antonio, il preside del Giovio – ci hanno liberato da norme e controlli e però speriamo che la pandemia ci lasci in pace».

Il problema è che è già partita, con largo anticipo, la stagione influenzale. Lo dicono i dati regionali: «L’incidenza totale delle sindromi simil influenzali - si legge nel report della Regione - è in marcato aumento rispetto alla settimana precedente e si è attestata un valore pari a 5,9 casi per mille assistiti, superando la soglia del livello basale di attività. L’incidenza è aumentata in tutte le fasce d’età, con un incremento significativo soprattutto nei bambini più piccoli, tra zero e quattro anni, passando da un valore del 7,6% al 17,6%».

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