Ireneo, nonno dei gatti randagi: all’alba è già in strada con il cibo

Vighizzolo «Tutti i giorni alle cinque inizia il suo lungo tour per sfamarli» . Ha 83 anni e si muove in bici. Compra le scatolette con i soldi della pensione

Lui, da otto anni, alle cinque del mattino è già in strada: con il cibo comprato con i soldi della pensione, si fa un’ora a piedi per dar da mangiare ai gatti randagi. Ireneo Rimoldi, 83 anni, per questo suo darsi da fare è molto apprezzato dai vicini.

La segnalazione di un lettore

«Cara Provincia, fra tante notizie nefaste che quotidianamente bombardano le nostre vite, vorrei porre l’attenzione su quello che considero un raggio di sole - scrive Giuseppe Genco nel segnalare la storia - parlandovi di Ireneo, un simpatico e semplice signore di oltre ottant’anni che, da tempo, chiunque passi per le strade di Vighizzolo di Cantù nelle prime ore del mattino, già dalle cinque, può incontrare ogni giorno. Mentre, anche caracollando in sella alla sua vecchia bicicletta, fa il giro delle vie della frazione, per sfamare gatti e perfino uccelli che lo attendono ad orari e luoghi oramai concordati attraverso il linguaggio universale del cuore».

«Fa questo da tempo, ogni giorno e con ogni clima, riservando sempre un saluto ed una parola buona per coloro che lo incontrano per strada - aggiunge Genco, sensibile al tema, sostenitore, con alcune donazioni, delle colonie feline romane di Piramide e di Torre Argentina - con tanta semplicità ed altrettanta modestia. Un esempio di umanità che, credo di poter dire, se fosse condiviso renderebbe questo nostro mondo migliore. Al giorno d’oggi la bontà d’animo non va più di moda».

Rimoldi, sorpreso dell’attenzione, sul cancello di casa racconta le sue giornate.

«Esco tutte le mattine molto presto, alle cinque. Ho un paio di gatti dove c’è il centro sportivo comunale Toto Caimi, più un altro qui in zona. Per ora sono tre. Ma prima erano di più. Purtroppo qualcuno se ne va, qualcuno finisce sotto le auto... è così. Sono otto anni che do da mangiare ai gatti. E poi la passeggiata del mattino mi fa bene».

Nutre anche gazze e corvi

«Capita anche che arrivi qualche gazza, o i corvi - aggiunge - Anche a loro, se posso, qualcosa do. Mi conoscono. Quando è chiaro, si fermano davanti al mio cammino e pretendono qualcosa, stando a distanza di qualche metro. Vogliono il cibo. A me fa piacere. Di solito mangiano carne, sia le gazze, che le cornacchie, o i corvi. Però comunque un biscotto o anche un pezzo di formaggio non lo rifiutano».

«Ai gatti compro sempre carne. Scatolette, che acquisto io con i soldi della pensione. Se qualcuno fa delle donazioni per il cibo? No, mai successo. I gatti sono randagi: il veterinario non è mai intervenuto. Ma comunque io non mi avvicino più di tanto. Do loro da mangiare. Poi se ne vanno. Mi aspettano tutte le mattine. Piove, neve, freddo: tutte le mattine sono puntuali. A loro non ho dato dei nomi. Animali, a casa, non ne ho. Avevo un cane un po’ di anni fa: non c’è più, aveva fatto i suoi anni. Io esco alle cinque e torno più o meno alle sei tutte le mattine: un’oretta. E mi fa piacere. Tutto qui».

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