Il prevosto: «Cantù ha bisogno di carità». Sospesa la raccolta firme sul dormitorio

La polemica Don Maurizio Pessina: «Cristiani sollecitati a riscoprire le radici del proprio agire». La Lega non ha fatto banchetti nel weekend. Facchini: «Raggiunto l’effetto. Era aprire il dialogo»

La carità verso il prossimo, verso chi si trovi in difficoltà, per il cristiano non è mossa dalla «spinta moralista di dover fare del bene» ma è un «orizzonte di senso», «in grado di conferire ai programmi umani la direzione, l’orizzonte, la riserva di energie, la traduzione pratica di progetti e azioni concrete».

Parole che il prevosto della comunità pastorale di San Vincenzo don Maurizio Pessina ha voluto condividere con i fedeli sull’informatore parrocchiale, facendo riferimento al progetto del Polo della carità che si intende realizzare nell’oggi chiuso oratorio di San Teodoro, contro il quale la Lega cittadina è salita sulle barricate, promuovendo una raccolta firme. Ma, al momento, già scende.

La Lega: «Quattrocento adesioni»

Raccolta sospesa perché, dice il segretario cittadino Maurizio Facchini, l’obiettivo di aprire il dialogo è stato raggiunto: «A oggi sono state raccolte quasi 400 firme, e grazie ad esse è stata portata all’attenzione della Comunità San Vincenzo la voce dei canturini che risiedono nella zona, che hanno vissuto in passato la loro adolescenza in quell’Oratorio o che semplicemente ritengono l’attività oratoriale prioritaria rispetto all’uso ipotizzato. La raccolta dell’opinione di chi vive all’interno della stessa Comunità San Vincenzo doveva servire, ed è servita, unicamente ad aprire un dialogo aperto sul futuro dell’Oratorio San Teodoro anche nell’ottica di non far trascurare eventuali possibili alternative che lo riportino a luogo di aggregazione giovanile».

L’iniziativa aveva suscitato reazioni molto nette di ferma contrarietà e sdegno da parte delle opposizioni - ovvero il centrosinistra, Lavori in Corso, Cantù Rugiada e Movimento 5 Stelle – ma anche nello stesso centrodestra. Fratelli d’Italia ha dichiarato di non condividerla e Cantù Sicura non si è espressa a favore. La Lega in solitaria. Forse, nemmeno tutta, la Lega.

Così sull’informatore parrocchiale

Don Maurizio Pessina, sull’informatore parrocchiale, sottolinea che «È la carità di Cristo e nessun altro interesse o scopo che spinge i cristiani ad aiutare il prossimo. Può essere scontato – ma non sempre e chiara questa consapevolezza – che per noi cristiani l’insegnamento evangelico dell’amore al prossimo e inequivocabile e inderogabile, capovolgendo ogni nostra presunta motivazione altruistica e buonista, magari sotto la spinta moralista di dover fare del bene».

Alcune domande, continua, hanno bisogno di opportune risposte: «Perché portare alcuni alimenti in chiesa come gesto caritativo d’avvento? Perché accogliere, ospitare, integrare gli stranieri? Perché pensare e progettare un “polo o casa della carità” in città? Per quali ragioni dobbiamo preoccuparci addirittura di cucinare per chi non ha da mangiare, offrendo loro un servizio di mensa seppur non causando altro disagio? Perché soccorrere chiunque si trova in stato di necessita? Perché fare gesti di generosità o impegnarsi nel volontariato sociale?».

Domande apparentemente banali che sollecitano la consapevolezza dei cristiani e della Chiesa intera a riscoprire la radice di questi comportamenti; e la radice non può che essere ancora una volta quella del Vangelo. La carità, afferma, più che un compito, «è un orizzonte di senso. In questo senso la carità è in grado di conferire ai programmi umani la direzione, l’orizzonte, la riserva di energie, la traduzione pratica di progetti e azioni concrete».

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