La legge che impone ai comuni di piantare un albero per ogni nuovo nato: «A Cantù non rispettata»

Il caso Nati 1.330 bimbi, solo 210 alberi. L’assessore Metrangolo: «Vari interventi e tanta attenzione in questi anni»

C’è una legge italiana, applicata tanto quanto è conosciuta, ovvero poco, che trent’anni fa, con lungimiranza, stabilì che i Comuni dovessero piantare un nuovo alberi per ogni nato. Un fiocco verde per ogni fiocco rosa o azzurro. Eppure oggi, nonostante le città siano sempre più urbanizzate e il clima fuori controllo, la sua applicazione resta latitante.

In città, solo un albero su sei. La questione è stata sollevata in consiglio comunale da Rosario Enea di M5S, facendo riferimento alla legge 113 del 29 gennaio 1992, legge Cossiga-Andreotti, con la quale era stato istituito l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato con lo scopo di incentivare gli spazi verdi urbani.

Obbligo oltre i 15mila abitanti

Poche, allora, le amministrazioni che diedero riscontro al dettato normativo, quindi nel gennaio 2013 gli venne dato nuovo impulso con alcune modifiche. L’obbligo viene ora limitato ai Comuni con una popolazione superiore a 15mila abitanti, ed esteso anche anche per i bambini adottati. Inoltre la piantumazione deve avvenire entro sei mesi, e non più dodici, dalla nascita o dall’adozione.

«Ci risulta – ha detto Enea rivolgendosi alla giunta – che in città si siano registrate tra il 2019 e il 2023 1.333 nascite. Eppure sono stati messi a dimora solo 210 alberi, nemmeno uno su cinque». Nonostante il tasso di natalità in Italia sia piuttosto preoccupante, l’intendimento della legge è cercare di contrastare, almeno in parte, la perdita di zone verdi nelle città. «Questo non va bene – prosegue – Eravamo più avanti con i tempi nel 1992 rispetto a oggi, e noi siamo rimasti indietro. Gli alberi servono a riservare il futuro dei nostri figli. Ma questa giunta ha omesso questa legge».

La replica ai 5 Stelle

L’associazione Charturium in anni recenti ha cercato di rivitalizzare questa iniziativa e in collaborazione prima con il Comune poi con le scuole e con l’associazione Il Gambero, ha donato alcuni alberi in occasione della festa loro dedicata, in novembre, piantati anche al parco di Villa Argenti, al parco giochi di Vighizzolo, nel giardino della scuola dell’infanzia di Fecchio.

L’assessore all’Ambiente Antonio Metrangolo ammette che la normativa non è stata assecondata in maniera rigorosa, ma l’attenzione al verde e quindi alle nuove generazione, rivendica, è stata comunque garantita: «In questi anni abbiamo provveduto a molte piantumazioni. L’abbiamo fatto dove le piante erano malandare, sostituendole, o ne abbiamo messe a dimora di nuove, in occasione di interventi. Penso a Pianella o a via Mentana, per esempio, dove è stata realizzata la pista ciclabile. La valorizzazione del parco di via Saffi, dove si era avuta la piantumazione e noi siamo intervenuti per rendere fruibile l’area, poi dedicata alla memoria delle vittime del Covid. Il pensiero, per quanto non si sia fatto riferimento apertamente alla normativa, era sicuramente a garantire una città sempre più verde per il futuro di Cantù».

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