«La pioggia non basta, laghetti in agonia»

Mariano Comense Reportage fotografico dell’ambientalista Alberto Colombo nel parco della Brughiera. Particolarmente delicata la situazione del Mordina: «Rischia di scomparire per mancanza di acqua e fiori di loto»

«La situazione più critica e al limite della “sparizione” è quella dal laghetto della Mordina, nel territorio comunale di Mariano».

Sono le parole di Alberto Colombo, ambientalista di 61 anni, che ha deciso di verificare la situazione dei tre “bacini d’acqua” presenti nel parco della Brugheria, documentando con un reportage fotografico significativo. Colombo si è recato nel Parco prima delle piogge di inizio settimana «che però non hanno migliorato in maniera evidente la drammatica situazione - spiega - Ho voluto verificare di persona lo “stato di salute” in un periodo di grave siccità».

Il sopralluogo

Le immagini sono drammatiche. «Il “laghetto” messo veramente male è quello della Mordina - prosegue - Qui, oltre alla mancanza di piogge, la colpa è anche dell’infestazione dei fiori di loto, che è in atto ormai da anni. In un momento di scarsa presenza di acqua (ci saranno 30 massimo 40 centimetri) i fiori tolgono l’ossigeno. Siamo veramente al limite dell’estinzione, anche perché il bacino d’acqua si mantiene solo grazie all’apporto delle acque piovane, assenti da mesi. Purtroppo devo dire che siamo al limite di un passaggio all’interramento. Anche il canneto è ai minimi termini».

La situazione è migliore, ma di poco, negli altri due specchi d’acqua che non sono direttamente sul suolo comasco, ma essendo vicini a Mariano e Cabiate e sui sentieri che partono dai due paesi, sono meta anche dei cittadini del marianese.

L’evaporazione

«Il primo colpo d’occhio sul lago Azzurro mostra una grande sofferenza - rileva - È il più grande dei tre per superficie e questo ha comportato un’evaporazione più massiccia. Anche la zona palustre che precede il laghetto, e che portava un po’ di umidità, è completamente a secco. I tratti di sponda, dove c’erano almeno un paio di metri di fango, ormai sono terra arida».

Va un po’ meglio alla Zoca di Pirutitt, grazie ai lavori eseguiti per renderlo più profondo. «Anche qui il livello però è sceso di un bel metro - conclude Colombo - La “foppa” che si trova dietro (scavata artificialmente per far ambientare i pesci da immettere nel laghetto) è invece quasi completamente a secco. Ed è anche invasa da diversi alberi caduti e non rimossi».

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