Molteni: «No al dormitorio a Cantù». Opposizioni: «Ascoltiamo don Giusto»

Il caso La proposta del sacerdote divide il mondo politico, contrario anche il sindaco Galbiati. Il sottosegretario: «Consigli non richiesti». Pagani e Volonté: «Dalla Lega posizioni ideologiche»

Cantù

La politica si divide sull’ipotesi di creare un luogo di accoglienza dormitorio a Cantù: a chiudere la porta alla proposta di don Giusto Della Valle, parroco di San Martino a Rebbio, è Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, Lega, il quale contesta il modello Rebbio.

«L’accoglienza diffusa che diventa illimitata è un modello fallimentare che crea allarme, disagio, in alcuni casi disordine». Contraria alla proposta di don Giusto anche il sindaco leghista Alice Galbiati. Mentre le opposizioni consiliari di Pd e Cantù Civica difendono quanto suggerito dallo stesso parroco comasco, condividendo, in sostanza, l’idea. Molteni ha toni netti. «Questi di don Giusto sono assolutamente consigli non richiesti - dice Molteni - Non sono un modello per Cantù. Cantù, peraltro, è comunque una città accogliente, che fa solidarietà, con un volontariato pazzesco». Quale sarebbe, per Molteni, il modello di accoglienza? «La gestione del sistema migratorio sulle frontiere esterne, come sta avvenendo in Europa: evitare che si faccia un abuso della domanda d’asilo per entrare illegalmente in Italia da irregolari. Porte aperte, invece, a chi scappa da guerre e persecuzioni. E a chi entra regolarmente con un contratto e con un visto. Si deve fare sviluppo in questi Paesi e portare immigrazione formata». Molteni ritorna anche sull’ex oratorio di San Teodoro, oggi chiuso e in vendita: «Mi auguro che ci possa essere un ripensamento e si possa tornare alla vocazione originaria».

La comunità pastorale San Vincenzo, con la vendita dell’ex oratorio - è in corso una trattativa con Cantù Next, che vorrebbe acquistare l’area per realizzare un college del basket - creerebbe poi altrove, in via Corbetta, un luogo con una decina di posti o meno per l’housing sociale. Dormitorio e housing sociale non sono la stessa cosa, come sembra affermare il sindaco Alice Galbiati: «Il dato relativo ai senzatetto evidenzia una situazione a cui i servizi sociali riescono già a dare concreta risposta. Non ravvedo quindi la necessità di aprire un luogo di accoglienza. Diversamente, il progetto dell’housing sociale risponde a un bisogno crescente, ravvisato anche dal Comune». Un “no” a don Giusto e un “sì” alle parrocchie del centro città.

Le minoranze consiliari non condividono le chiusure. Per Antonio Pagani, capogruppo Pd: «Come posizione ideale, sono assolutamente d’accordo con la proposta di don Giusto, che probabilmente conosce il tema molto più di tutti quelli che ne parlano. Dalla Lega continuo a sentire risposte peggio che ideologiche: identitarie. Sono curioso di sapere semmai cosa ne pensino gli altri gruppi della coalizione di centrodestra».

Per Cecilia Volontè, capogruppo di Cantù Civica: «La ricetta della Lega sull’accoglienza mi sembra uno dei tanti loro proclami non realizzati di tanti anni fa (“Aiutiamoli a casa loro”, ndr). I senzatetto: ci sono situazione di cui si è parlato sui giornali, viavai all’ex collegio De Amicis, problemi a Vighizzolo. L’accoglienza di Don Giusto è un modello di integrazione. E il fatto che Cantù non abbia un luogo dove accogliere le persone è molto grave».

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