S. Anna, ore 15.15
Inizia la svolta contro il virus

Ieri il vaccino è stato iniettato a 50 comaschi Le prime parole: stiamo bene, un momento emozionante

Manca una manciata di minuti a mezzogiorno quando la macchina di Areu, scortata dalle forze dell’ordine, passa sotto la sbarra di accesso all’ospedale Sant’Anna e si dirige verso il blocco della farmacia, che ha un accesso diretto sul cortile, dopo il Pronto Soccorso. Gli occhi sono tutti puntati verso il baule da dove viene estratta una scatola di cartone e consegnata alla responsabile della Farmacia.

L’arrivo in mattinata

«Subito dopo - ha spiegato nel primo pomeriggio il direttore generale di Asst Lariana Fabio Banfi, che ha ovviamente seguito in prima persona la giornata di avvio della vaccinazione anti Covid - le fiale sono state tolte dall’imballaggio e messe nell’apposita cella frigorifera (l’autonomia di trasporto a temperature più alte è infatti limitata, ndr). Successivamente sono state effettuate tutte le fasi preparatorie e le procedure di diluizione». Le dieci fiale sono state sufficienti a produrre il vaccino per i primi cinquanta operatori del mondo sanitario che, poco dopo le 15, si sono sottoposti alla vaccinazione. Medici ospedalieri, di medicina generale, infermieri, operatori socio sanitari, farmacisti, tecnici di laboratorio. Sono stati scelti per ricevere le prime dosi simboliche del vaccino e, il 18 gennaio, avranno bisogno della seconda iniezione che ne garantirà, nell’arco di una settimana, l’efficacia.

Manuela Soncin (coordinatrice infermieristica del Pronto soccorso), Gianluigi Spata (presidente dell’ordine dei Medici), Andrea Lombardo (primario di Anestesia e Rianimazione), Domenico Pellegrino (primario di Geriatria) e Dario Cremonesi (presidente dell’ordine degli Infermieri) sono stati i primi cinque vaccinati della provincia di Como. In contemporanea, in cinque ambulatori uno accanto all’altro. Soncin è stata la prima ad uscire, sorridente, mostrando il cerotto sul braccio sinistro: «È andato tutto bene - le sue prime parole - mi sento felice, sollevata». Poco prima di entrare nell’ambulatorio aveva invitato tutti ad «avere fiducia nella scienza». Poco dopo, dall’ingresso principale, è comparso anche Spata: «È l’inizio di qualcosa di nuovo, adesso bisogna ancora tenere duro, ci vorranno mesi, ma sono fiducioso. È stata una bella emozione ed è un bel messaggio con la presenza delle istituzioni. Queste non sono bufale, questa è la realtà». Ha auspicato che la vaccinazione possa essere estesa a una larga fascia della popolazione senza che sia necessario imporre alcun obbligo, a cui ha detto di «essere contrario», ma ha invitato tutti «a volersi bene e a voler bene anche agli altri».

Da gennaio quasi 20mila dosi

Via via si sono poi sottoposti alla vaccinazione gli altri operatori individuati per arrivare alla conclusione alle 16.35 con gli ultimi cinque vaccinati (Francesca Barone, ostetrica, Tiziana Mancino, infermiera, Marinella Cambiaghi, capotecnico della Radiologia al Sant’Anna, Barbara Braga, tecnica di laboratorio e Sandra Facchini, operatrice socio sanitaria a Cantù).

«Questa giornata segna un punto di svolta nelle strategie di contrasto alla pandemia - ha spiegato il direttore generale . Un bel giorno per gli operatori, la principale risorsa strategica di questa battaglia. Un bel giorno per tutti, ora abbiamo la possibilità di affrontare scenari meno cupi.La vaccinazione tuttavia non deve generare un depotenziamento dei comportamenti finalizzati alla riduzione del rischio di contagio. È necessario pertanto continuare ad indossare la mascherina, mantenere il distanziamento ed osservare il lavaggio delle mani».

Se quello di ieri è stato l’avvio, simbolico, della campagna, nelle prossime settimane in provincia di Como arriveranno quasi 20mila dosi. Nel dettaglio 9.622 dosi saranno destinare al Sant’Anna, 5.403 a Cantù e 4.170 a Menaggio. L’obiettivo è difendere dal virus circa 16.500 sanitari e 5.150 ospiti delle Rsa. In questa prima fase, come detto, le dosi distribuite saranno riservate al personale sanitario e sociosanitario di ospedali e servizi territoriali e agli ospiti e al personale delle Rsa e il vaccino avverrà quindi “a chiamata”. Successivamente i vaccini saranno offerti a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità, che tiene conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità.

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