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Mariano Comense Rito abbreviato: l’uomo, 66 anni, era accusato di tentato omicidio. L’aggressione nel maggio del 2024
Mariano Comense
Otto anni di condanna con il rito abbreviato, con dunque lo sconto di un terzo della pena. Una decisione – quella del giudice dell’udienza preliminare Walter Lietti – che ha chiuso il primo grado del fascicolo che aveva portato all’arresto di Salvatore D’Addedda, 67 anni, che era stato accusato del tentato omicidio di quella che all’epoca era la sua compagna, ma che era anche stato chiamato a rispondere alle accuse di rapina e incendio. Le motivazioni della sentenza non sono ancora note.
La procura, concluse le indagini preliminari, aveva chiesto il giudizio immediato ma la difesa era poi intervenuta con una istanza per il rito Abbreviato, approdato in aula ieri mattina e che ha portato, come detto, ad una pena complessiva – compresi gli sconti – di otto anni. I fatti di cui stiamo scrivendo avvennero ad inizio maggio del 2024.
L’uomo (originario della Puglia, seppur formalmente residente a Lomagna in provincia di Lecco) all’epoca dei fatti era domiciliato nella casa in cui era avvenuta l’aggressione, ovvero a Mariano Comense in via Montegrappa dove da tre mesi viveva con la compagna – 56 anni di origine peruviana – e con il nipote di lei.
La donna era stata presa a coltellate (sei) probabilmente per motivi legati alla gelosia e al fatto che voleva allontanare il compagno dalla casa. Determinante per evitare l’esito tragico dell’aggressione era stato il ruolo giocato proprio dal nipote della donna, ancora minorenne. Quest’ultimo era infatti intervenuto salvando la zia dalle mani dell’aggressore e lanciando l’allarme. Il giovane, che stava dormendo al momento delle prime coltellate – inferte in bagno dove la vittima era stata trascinata – si era svegliato di colpo riuscendo a strappare la donna dalle mani del compagno.
L’uomo aveva prima tentato in modo goffo di incendiare l’appartamento dando fuoco a un trolley e al letto, poi era fuggito a piedi, portandosi via una borsa con 500 euro e i beni della donna. Il tutto mentre a Mariano iniziavano a convergere i vigili del fuoco e i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile e della Tenenza. Di D’Addedda da quel momento si erano perse le tracce. L’arma del tentato omicidio, un coltello da 20 centimetri, era invece stato ritrovato all’interno della casa di Mariano Comense.
L’uomo, dopo l’aggressione avvenuta di notte, si era allontanato, dormendo – aveva riferito – sotto ad un ponte senza sapere se costituirsi o provare la fuga. Ad incastrarlo è stata l’attivazione del telefono cellulare che fino a quel momento non aveva più utilizzato. I carabinieri avevano così raggiunto il punto geolocalizzato arrestandolo.
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