La targa in memoria di Matteotti e il caso a Cantù sulla parola fascismo. Galbiati: «Il testo va condiviso»

Il dibattito L’assessore Girgi: «Il nostro non è un “no” alla targa, ma vorrei un contenuto più neutro». Molteni (Lega): «Buonsenso, non è il momento di dividere». Butti (FdI): «Cerimonia dopo il voto»

Dopo un secolo, ancora, la figura di Matteotti infiamma il dibattito politico alla vigilia delle elezioni. L’associazione, “Comitato in onore di Giacomo Matteotti”, creata in occasione del centenario dal rapimento e assassinio da parte di una squadra fascista del deputato socialista, vuole inaugurare una targa in sua memoria in corte San Rocco, il 15 giugno. L’amministrazione non ha ancora concesso il patrocinio, tanto che il sodalizio, ritenendo la motivazione politica, si dice pronto ad apporla in un altro luogo della città.

«Mi pare che volutamente siano state travisate le mie parole – dice il sindaco Alice Galbiati -. Ho semplicemente detto che la richiesta è al vaglio degli uffici e visto il periodo elettorale particolarmente delicato e denso di impegni non l’abbiamo affrontata immediatamente per confrontarci con più calma e serenamente. Se è un problema attendere forse la questione politica è loro, non nostra».

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Il testo proposto dal comitato

Targa che, secondo la proposta del comitato, dovrebbe riportare la scritta «La città di Cantù in memoria di Matteotti nel centenario del suo assassinio ricorda la sua fede incrollabile nella pace, l’indomita lotta al fascismo in difesa della libertà e della giustizia sociale». Il testo però, sottolinea il sindaco, deve essere «condiviso». Lo chiarisce l’assessore alla Cultura Isabella Girgi: «Non c’è nessuna volontà di bloccare l’iniziativa, semplicemente ci troviamo alla vigilia delle elezioni. Avevamo chiesto qualche giorno per confrontarci insieme anche sul testo della targa, che personalmente vorrei fosse un testo neutro. Solo qualche giorno, per poter fare le cose per bene. Nessun caso politico».

Auspica una soluzione serena il sottosegretario all’Interno leghista Nicola Molteni: «In un momento come questo, molto dedicato, non credo assolutamente che servano divisioni, anche se siamo prossimi alla campagna elettorale. La Lega non vuole strumentalizzare nessuno, figuriamoci la figura di Matteotti, e Alice si è sempre distinta per equilibrio e saggezza. Mi auguro che ci si possa sedere attorno a un tavolo e, con buonsenso, trovare la soluzione migliore».

«Il 6 giugno poco opportuno»

Anche secondo Alessio Butti, sottosegretario di Fratelli d’Italia, una cerimonia all’indomani delle elezioni non pone nessun dubbio: «Non intendo entrare nelle competenze e nelle valutazioni dell’amministrazione, ma basterebbe stabilire una data storicamente attendibile per apporre la targa, peraltro in una via già dedicata a Matteotti. Una scelta non condizionata dalla competizione elettorale che altrimenti potrebbe dare adito a sterili polemiche. So che la prima richiesta era per il 6 giugno. Ha ragione il sindaco, quella proposta è poco opportuna. Se la memoria non mi inganna Matteotti venne assassinato il 10 giugno 1924. Quindi la cerimonia potrebbe tenersi a giugno a competizione elettorale conclusa, ivi compreso eventuale e remoto ballottaggio, e sarebbe il modo più sereno per ricordare la figura di Matteotti evitando ogni tipo di polemica preventiva che non avrebbe motivo di esistere». L’avvocato Lorenzo Spallino, figlio dello storico sindaco dc di Como, Antonio, e nipote di un ministro, trova la vicenda persino banale: «Non mi pare proprio si possa discutere di Matteotti, al quale stanno dedicando eventi in tutta Italia. Se la sua figura diventa divisiva, allora abbiamo un bel problema. Ma forse in questo caso qualcuno è più realista del re».

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