A San Fermo c’è chi mette il veleno nei bocconcini per cani. Le esche trovate nei giardini

L’allarme La polizia locale al lavoro per risalire al responsabile. Il sindaco: «Atti di crudeltà inammissibile, vere e proprie barbarie»

Esche avvelenate nei giardini di Cavallasca, scatta l’offensiva della polizia locale e del Comune per avvertire tutti i cittadini in modo che prestino particolare attenzione a quanto possa trovarsi in giardino e quando si portano in giro i propri amici a quattro zampe. Purtroppo dopo gli episodi degli anni scorsi ritorna l’allarme delle esche avvelenate con il topicida che possono essere fatali non solo per i cani, ma anche per i bambini, nella malaugurata ipotesi che i piccoli raccolgano da terra i wurstel riempiti con la sostanza blu inodore.

La Polizia locale sta lavorando per individuare chi, nelle ultime settimane, ha buttato esche avvelenate in alcuni giardini e nel frattempo è pronta un’ordinanza del sindaco Pierluigi Mascetti per avvertire tutti della situazione e porre l’attenzione su un fenomeno di grande inciviltà e pericolosità.

Da inizio mese la polizia locale è stata allertata e ha condotto indagini circa diversi episodi di avvelenamento di cani. L’ultima segnalazione risale a lunedì 17, ma altri casi sono stati registrati a Cavallasca, nella zona residenziale di via Montagnola già a inizio mese, tanto che l’8 ottobre la polizia locale ha ricevuto il referto delle analisi condotte dall’Istituto zooprofilattico sperimentale sulle esche addentate da un cane di via Montagnola, fortunatamente soccorso dai suoi proprietari e salvato da morte certa. Il cane sta meglio, ma ha ancora problemi di salute perché quelle esche avvelenate agiscono nel tempo procurando seri danni. E quando non si agisce per tempo l’animale muore in modo atroce.

«I tentativi di avvelenamento degli animali d’affezione stanno assumendo una dimensione preoccupante»

Le esche di cui si mostra l’immagine sono dei composti in cui all’interno c’è del topicida, Brodifacoum e Difenacoum, la sostanza blu inodore che quindi non avverte l’olfatto della sua pericolosità. «I tentativi di avvelenamento degli animali d’affezione stanno assumendo una dimensione preoccupante – dice il comandante della polizia locale, Francesco Leanza – con l’ordinanza il sindaco desidera avvertire tutti mettendo in evidenza il problema, che per ora è stato segnalato nelle aree limitrofe a via Montagnola, ma potrebbe manifestarsi in tutto il territorio comunale, nei parchi e nelle aree rurali».

Occhi ben aperti per la salute di cani e bambini e nel frattempo la Polizia locale prosegue con le indagini e posizionerà con l’aiuto della Protezione civile dei cartelli di avvertimento. «Si tratta di atti di crudeltà inammissibile – commenta il sindaco Mascetti – delle vere e proprie barbarie, nessuna scusante è ammessa per chi compie atti di questo genere mettendo a rischio la salute di animali e persone». Il suggerimento è quello di controllare attentamente che gli animali non tocchino nulla di sospetto, tenendoli sempre al guinzaglio anche dove si ritiene di poterli fare correre liberamente, eventualmente usando la museruola sino a quando non terminerà l’allerta e segnalare sempre la presenza di esche sospette, segnalazione che può essere fatta direttamente alla polizia locale o chiamando il 112. Il comandante Leanza ricorda che la soppressione per avvelenamento di animali è un reato e gli autori sono perseguibili a norma di legge con sanzioni sia penali (c’è l’arresto fino a 18 mesi) che civili.

A San Fermo si registrarono tentativi di avvelenamento sia nel 2018, sia nel 2019, forse la pandemia aveva poi fermato coloro che mettono esche velenose in giro e nei giardini

Esche avvelenate, sono come dei bozzoli di carne al cui interno c’è il veleno che l’animale non percepisce e - attratto dal cibo – le ingoia. Episodi di avvelenamento di cani ce ne sono stati diversi in passato ed è un fenomeno che purtroppo riguarda tutta Italia. Secondo i dati raccolti dall’Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente, sono 44mila i cani avvelenati in tutta Italia nel corso del 2021 (nel 2020 erano stati 33mila). Il 70 per cento muore atrocemente per la cattiveria di chi se la prende con un cane che nulla ha fatto di male.

A San Fermo si registrarono tentativi di avvelenamento sia nel 2018, sia nel 2019, forse la pandemia aveva poi fermato coloro che mettono esche velenose in giro e nei giardini. A Gironico, Colverde, nel 2018 un beagle di 10 anni fu avvelenato con polpette di macinata al cui interno c’era del lumachicida, nel 2019 ci fu anche un caso di un cane che mangiò un topo morto con esche di derattizzazione. Ma questo caso non ha alcun nesso con i gesti volontari di chi prepara appositamente polpette o wurstel con il veleno per uccidere i cani e nel contempo mette a rischio la salute di chi, come i bambini, potrebbe mettersi in bocca quella polpetta o bozzolo dal colore invitante.

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