Cronaca / Como cintura
Giovedì 20 Novembre 2025
Addio al gatto rosso Camillo
San Fermo lo aveva adottato
Morto il micione: due anni fa era partita una colletta tra i residenti per pagargli le cure
San Fermo
Mancava già a tutti quel micio biondo con gli occhi chiari e lo sguardo attento e magnetico che faceva la guardia al cimitero, Camillo già due anni fa non si vedeva più in giro perché era malato e proprio il 17 novembre di 2 anni fa, da queste colonne, avevamo dato la notizia di una raccolta fondi, scattata via social, per curare il gattone.
Ora Camillo mancherà ancor di più perché, quel micio furbo quanto basta per starsene sempre al caldo e cercare il sole anche in inverno accoccolato sulle tombe, ha attraversato il ponte dell’arcobaleno. Camillo è sempre stato un gatto che faceva ciò che voleva, un po’ come tutti i gatti, ma restando fedele ai posti che amava, in primis il cimitero di San Fermo, per questo la gente lo conosceva come il micio guardiano del cimitero.
Il nome Camillo era stato dato nel tempo da chi lo trovava sempre fuori o dentro il piccolo cimitero o nell’area del piazzale don Prayer, anche i volontari della Croce Rossa, che hanno sede poco lontano, avevano preso in simpatia il micio e due anni fa si accorsero che stava male, aveva avuto un blocco renale, e lo salvarono. Tante le persone che lo curarono, inizialmente, anni fa probabilmente arrivò in zona cimitero perché c’era chi lasciava nell’area del cibo per i gatti, poi diventò stanziale, tanto da lascar supporre che ci fosse un legame particolare e non meglio precisato con qualche defunto su cui Camillo pareva vigilare mettendosi spesso sulla tomba. Mascotte della Croce Rossa di San Fermo, quella di Camillo era una presenza che riscaldava i cuori anche in inverno, e che fa ancora pensare che realmente ci sia da parte degli animali un legame particolare con le persone ed luoghi del paese.
Camillo, con la sua fedeltà alla zona, si era meritato il titolo di guardiano del cimitero ed i tanti sorrisi di chi si consolava sapendo che c’era lui a vegliare sui cari defunti in modo così naturale, senza bisogno di parole o di accordi.
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