Bambini maltrattati all’asilo nido: condanna con lo sconto in Appello

Cernobbio I giudici di Milano hanno concesso le attenuanti generiche alla maestra . La pena scende da due anni a sedici mesi. Fatti risalenti al 2019 registrati dalle telecamere

Cala, davanti ai giudici dell’Appello di Milano, la pena per la condanna che era stata inflitta a una educatrice del nido comunale “Rita Fedrizzi” di Cernobbio, attiva nel reparto lattanti.

Vicenda che risale al periodo compreso tra il 5 febbraio 2019 e il 27 marzo dello stesso anno e che aveva suscitato grande clamore mediatico.

L’accusa era di maltrattamenti contro i piccoli.

Così in primo grado

In primo grado Loretta Fasana (54 anni, che era stata la seconda educatrice a finire indagata dopo che in un primo momento nelle immagini registrate dalle telecamere spia installate dai carabinieri era rimasta coinvolta una collega che ha già definito la propria posizione) aveva rimediato 2 anni con il rito abbreviato davanti al giudice Walter Lietti, mentre ieri i giudici di Milano le hanno concesso un importante sconto di pena (pur confermando la condanna) che l’ha fatta scendere a un anno e quattro mesi. Riduzione resa possibile grazie alla concessione delle attenuanti generiche che invece a Como erano state ritenute equivalenti alle contestate aggravanti.

Le motivazioni della sentenza non sono ancora note.

In aula come parti civili erano costituite cinque famiglie di altrettanti bambini dell’asilo, rappresentate dagli avvocati Simone Dotti del foro di Como e Vittorio Tusa del foro di Milano, e pure il comune di Cernobbio con l’avvocato Edoardo Pacia. La difesa è stata invece condotta dai legali Massimo Ambrosetti ed Elisa Epifani.

Le accuse

Secondo quella che era l’accusa del pm Giuseppe Rose, la maestra aveva «inserito forzatamente il cibo nel cavo orale» di alcuni bambini, «strattonandoli per le braccia», «tirandoli per le orecchie e i capelli», colpendoli con «schiaffi sulle mani e sul sedere», rivolgendosi a loro con urla sottoponendoli a una «serie di sofferenze fisiche e morali».

«Siamo soddisfatti della concessione delle attenuanti generiche come deciso oggi dai giudici – si sono limitati a dire i legali della difesa, Ambrosetti ed Epifani – Sul resto ci riserviamo di leggere le motivazioni della sentenza».

La vicenda era emersa dopo che un’educatrice aveva presentato un esposto per segnalare problematiche dentro l’asilo nido. I carabinieri avevano poi piazzato delle telecamere all’interno della struttura riprendendo più giorni di lavoro.

Le immagini avevano quindi portato a galla comportamenti illeciti da parte di due maestre, una già con sentenza definita mentre la seconda ha visto solo ieri concludersi il giudizio di secondo grado.

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