Cinque suite a Villa Belinzaghi. Era il sogno di Berlusconi

Cernobbio Via libera della giunta a Villa d’Este anche per ristorante e Spa. La proprietà a lungo inseguita dal Cavaliere. La valutazione ambientale

Entro l’anno, il Consiglio comunale delibererà il via libera all’ampliamento di Villa Belinzaghi, elegante dimora a lungo inseguita da Silvio Berlusconi e che oggi è parte integrante del compendio di Villa D’Este, dopo l’acquisizione avvenuta nell’aprile del 2022 e che - per diretta conseguenza - dopo decenni è tornata a far parte dell’esclusivo complesso alberghiero. Nell’ultima seduta di gennaio, la giunta comunale ha dato il via libera in otto pagine di delibera all’ultimo passaggio tecnico ovvero «l’avvio dei procedimenti per la verifica di esclusione dalla procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica)« e per l’approvazione “in variante al Pgt” attraverso il Suap, lo Sportello unico attività produttive.

Ampliamento

A monte di questo iter tecnico e amministrativo, che confluirà poi nel dibattito e successiva votazione in consiglio comunale, c’è la richiesta della Società “Reservimm srl” (datata 11 novembre 2023) di attivazione della procedura “per la riconversione funzionale e l’ampliamento del comparto di Villa Belinzaghi”, che prevede in prima istanza prevede la creazione di un ristorante, di un bar e - non da ultimo - di una Spa con aree lounge ai piani terra e primo della dimora.

Ma non è tutto, perché il pezzo forte di questa riconversione è costituito dalla realizzazione di cinque suite da aggregare alla struttura alberghiera di Villa d’Este, il cinque stelle lusso che - lo ricordiamo - è considerato tra le più prestigiose icone del lago di Como nel mondo. Nella richiesta al vaglio del Comune figura infine la riqualificazione della serra (esistente) e del giardino all’inglese nonché l’installazione di una piscina esterna. Un progetto corposo, dunque, decisamente orientato ad aumentare ulteriormente l’appeal di Villa d’Este.

La variante al Piano

Il perché di questo passaggio tecnico e amministrativo è ben illustrato dentro la delibera approvata dalla giunta comunale e prende le mosse dal fatto che il progetto di riconversione non è conforme al vigente strumento urbanistico comunale (ovvero il Pgt) e pertanto necessita di una variante al Pgt stesso, variante - secondo prassi - soggetta alla verifica di assoggettabilità alla procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica).

A questo punto l’iter non è concluso, considerato che ora si apre la fase delle conferenze di verifica e valutazione con tutti i soggetti competenti in materiale ambientale nonché con tutti i soggetti territorialmente interessati (nei quali figura anche il Canton Ticino).

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