Contabile sottrae 1,5 milioni all’azienda. La Cassazione conferma la condanna

Tavernerio Un anno e 4 mesi all’ex dipendente di una spa specializzata in ceramiche. Questa volta la giustizia ha corso per evitare la prescrizione dell’appropriazione indebita

Sembrava un caso destinato a veleggiare verso la prescrizione, e invece - quasi incredibilmente - la giustizia ha innestato le marce alte ed è arrivata fino alla sentenza di Cassazione. È così diventata definitiva la condanna a un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa a condizione della restituzione del maltolto) a carico di un ex contabile di una società specializzata nella produzione di ceramica, la Keramo Spa. E proprio l’azienda di Tavernerio è la vittima del reato, perché nel corso di anni di lavoro l’uomo è riuscito a dirottare verso di sé poco meno di un milione e mezzo di euro.

L’indagine

Il nome del perfetto insospettabile è Aldo Andrea Rossi 67 anni, originario di Blevio e residente a Pognana Lario per decenni contabile presso la spa di Tavernerio. Dipendente preciso e sempre presente. La scomparsa dei soldi emerge nei giorni in cui il contabile passa le redini dei bilanci ad altri, in vista della pensione

I controlli delle uscite di cassa fatti dall’ufficio contabile della società avevano iniziato a riscontrare tantissimi bonifici e prelievi non giustificati. Pazientemente sono quindi stati recuperati tutti i movimenti bancari dei conti presso Intesa, Unicredit, Popolare di Bergamo, Bcc e Deutsche Bank e riconducibili alla società per azioni. L’intreccio delle liste movimenti, delle fatture, dei bilanci, consentono di ricostruire una serie di uscite del tutto ingiustificate. Numeri non clamorosi, se prese uno per uno. Ma che, sommati, arrivano a un totale complessivo di un milione 467mila 683 euro. E 33 centesimi. Denaro che l’ex contabile dell’azienda avrebbe girato a sé o ad altri e di cui non si trova più alcuna traccia.

I processi

La richiesta di processo della Procura, risale al luglio 2020. E sembrava, ormai, che i tempi per arrivare in tempo a una sentenza definitiva prima che scattasse la prescrizione - che per l’appropriazione indebita è decisamente breve - non ci fossero. E invece dopo neppure sei mesi si è arrivati alla sentenza di primo grado. Da lì alla Cassazione sono passati appena due anni. La Suprema corte si è pronunciata nelle scorse settimane, di fatto respingendo l’ultimo ricorso dell’avvocato dell’ex contabile della spa. Confermando la sentenza di primo e di secondo grado, ovvero la condanna a un anno e 4 mesi di reclusione, con la sospensione della pena condizionata alla restituzione del denaro scomparso.

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