«Danni causati dai cinghiali. Per noi nessun indennizzo»

Brunate Sempre più pressante il problema della fauna selvatica. La denuncia: «Fanno cadere sassi e terra sulla strada, dobbiamo pulire»

Cinghiali, problema sempre più pressante per i cittadini. La loro presenza non riguarda più solo le zone agricole e le aree dei parchi, ma inguaia anche i privati e chi subisce i danni dei cinghiali resta praticamente da solo con i terreni da sistemare perché da parte dello Stato e della Regione, salvo rare eccezioni, non ci sono aiuti ai privati.

Brunate: zona incantevole, panorama che spazia dal Monte Rosa a Milano, tanto verde e boschi, ma pure tantissimi cinghiali e mufloni. Gli animali selvatici nei mesi scorsi avevano addirittura distrutto a più riprese la vigna di un cittadino, Giovanni Tancredi, 74 anni. Ed è forse ancor più significativo il racconto di Giuseppe Pedraglio, pensionato, che ha subito danni ingenti per le scorribande degli ungulati, che sono tanto carini se li si vede piccini in fila indiana con la loro mamma, ma diventano devastanti e incontrollabili da adulti.

«Anche io sono in guerra, nel mio piccolo. Il problema è che la perderò – ci dice Pedraglio – i cinghiali scavano alla ricerca di radici e tuberi e lasciano un terreno che, da prato inglese, diventa una distesa di terreno mal arato, con buchi pericolosi. Il mio problema particolare è che, per un centinaio di metri, la mia proprietà si affaccia sulla strada comunale e, quando i cinghiali scavano, terra e sassi finiscono sulla strada».

E si trova a dover provvedere alla pulizia: «Per un paio di volte, con rastrello e badile, ho provveduto io, ma a quasi 80 anni la cosa non può continuare». Per sistemare il terreno che i cinghiali distruggono, ci vorrebbero 30-40 mila euro, come spiega Pedraglio, che ha fatto fare un preventivo e che aggiunge: «Poi ci sarebbe la parte a monte perché, a furia di scavare, i cinghiali hanno ammonticchiato una quantità di terra che, poco alla volta, sradicherà la recinzione. Mi domando, davanti a questi eventi eccezionali, c’è qualche legge, qualche Ente che può dare un contributo?».

La normativa

A livello legislativo lo Stato, attraverso la legge 157 del 11 febbraio 1992, ha demandato a ogni Regione la gestione di un fondo destinato alla prevenzione e ai risarcimenti degli animali selvatici. Secondo le disposizioni del 2020 della giunta regionale, «l’indennizzo per i danni causati da tutte le specie di fauna selvatica omeoterma è rivolto esclusivamente agli imprenditori agricoli, fanno eccezione i proprietari - anche se non imprenditori agricoli – che hanno subito danni causati dalla specie cinghiale ai prati permanenti nelle zone di montagna soggette a vincolo idrogeologico», così si legge nelle disposizioni regionali.

Il problema segnalato dal pensionato brunatese mette in luce il cambiamento che si è attuato negli ultimi anni e che lo stesso Pedraglio descrive: «Il bosco non è più come quello di una volta, dove viveva qualche piccolo animaletto selvatico e molti uccellini. Ora gli abitanti sono cinghiali, mufloni, qualche capriolo e rarissime volpi. Questa trasformazione non è avvenuta come fenomeno naturale ma, con l’intervento dell’uomo. Sin da piccolo ho frequentato le nostre montagne e mai mi sono imbattuto in selvatici del genere».

Ora i cinghiali sono ovunque anche a ridosso delle case.

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