
Cronaca / Como cintura
Sabato 24 Maggio 2025
Don Giusto: «Dormitorio anche a Cantù». Ma la Lega dice no
Il caso Il parroco di Rebbio: «Creare un luogo di prima accoglienza». Incroci: «Utile d’inverno». Il segretario Facchini, che lanciò una petizione, ribadisce la contrarietà. L’assessore Girgi è sulla stessa linea
Cantù
«Si comincia pian pianino, quindi il consiglio anche mio, per la città di Cantù, con un po’ di decisione, è di creare anche un luogo di prima accoglienza dormitorio». Così don Giusto Della Valle, parroco di San Martino a Rebbio (frazione di Como) noto per aver aperto le porte della parrocchia a persone in difficoltà, di tutte le nazionalità.
Una proposta che trova il “no” della Lega, il partito di maggioranza all’interno della coalizione di centrodestra che governa la città. Il motivo: le strutture presenti offrono già una risposta al territorio.
Il parroco di Rebbio
Don Giusto ha raccontato la propria esperienza nel corso della serata sociale organizzata al Cortile delle Ortensie di via Matteotti, nell’ambito della mostra di Ivano Rota, relatori anche Carla Noseda di StirAttiva - stireria sociale di Vertemate con Minoprio - e Andrea Degano, presidente onorario di Ad Tubi di Casnate con Bernate, intervenuto sul sostegno sociale attraverso il lavoro.
Don Giusto ha ricordato che chi cerca accoglienza deve comunque attivarsi per lavorare o studiare.
E ha aggiunto: «L’assillo principale che abbiamo adesso - ha detto - è la ricerca di case. Tante famiglie che ospitiamo sono famiglie solide, hanno uno stipendio, ma nessuno dà loro la casa».
Le voci dei migranti
In sala, tre migranti giunti in Italia dall’Africa, legati a don Giusto, hanno dato testimonianza delle difficoltà: dai problemi con la burocrazia a colloqui di lavoro fatti saltare senza nemmeno preavvisare. Magari proprio perché non italiani.
Si è parlato anche della mensa di solidarietà di via Cimarosa, gestita da Incontri. «Si potrebbe pensare a un coinvolgimento degli stessi utenti, anche per responsabilizzare, nella preparazione del servizio», ha detto don Giusto. Carlo Garbagnati, presidente di Incontri, in proposito dice che «qualcosa già avviene, dopo cena qualcuno degli utenti si ferma a dare una mano, a pulire per terra. Sarebbe più difficile, proprio per la burocrazia, aiutare in cucina». Sul dormitorio: «Certamente, come avevamo detto, sarebbe utile soprattutto nei mesi più freddi».
Da ricordare che la comunità pastorale San Vincenzo, in caso di vendita dell’ex oratorio di San Teodoro - sono in corso i confronti con Cantù Next, che vorrebbe acquistarlo per far tornare il college del basket in città - realizzerebbe al Quadrilatero di via Corbetta il polo caritativo con anche una decina di posti o meno per l’housing sociale.
Il fronte che si oppone
La Lega - che contro la prima ipotesi di un dormitorio al San Teodoro avviò una petizione - è contraria alla proposta di don Giusto. Per il segretario cittadino Maurizio Facchini: «Ribadiamo con forza la contrarietà di un centro del genere su Cantù, la città non ha nessuna necessità di avere un centro di accoglienza. Bastano le strutture esistenti a dare risposta alle emergenze».
Sul progetto della parrocchia: «Un conto è se darà assistenza agli anziani o a qualche senzatetto, ma se dovesse essere un centro di prima accoglienza sicuramente l’Amministrazione valuterà molto attentamente la cosa».
Contraria anche l’assessore ai servizi sociali Isabella Girgi, Lega: «A Cantù a ogni senzatetto è stata data risposta. Con un dormitorio, di cui non vedo necessità, andremmo a intercettare persone che non sono sul nostro territorio».
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