Fuochi d’artificio a Cernobbio, battaglia sulle regole

L’ex primo cittadino chiede che sia posto un tetto al numero degli spettacoli. E Monti: «Aspetto proposte nei lavori della Commissione, entrati 70mila euro»

Cernobbio

Argomento troppo frizzante e gustoso quello degli spettacoli pirotecnici - 30 quelli già effettuati alla data dell’11 agosto - per non scatenare i social tra favorevoli e contrari a questo ambito evento collaterale ai tanti matrimoni ed agli eventi a cinque stelle ospitati nelle location di pregio cittadine.

Un dibattito che ha ripreso vigore (oltre 80 i commenti alla notizia postata sulla pagina social del nostro giornale) dopo i «quattro spettacoli pirotecnici in meno di ventitré ore» segnalati dal capogruppo di “Cernobbio Futura”, Andrea Michele Gazzola, che ha dato conto di «sessanta autorizzazioni in deroga concesse dal sindaco lo scorso anno e ogni anno sono sempre di più».

Nel dibattito ieri è intervenuta anche l’ex sindaco Simona Saladini, protagonista di una mozione - poi emendata dalla maggioranza e votata all’unanimità - ad hoc sull’argomento. A stretto giro è poi arrivata un’ulteriore puntualizzazione del sindaco Matteo Monti.

«La situazione è fuori controllo - le parole di Simona Saladini - C’era una mozione come base di partenza. Il sindaco quest’anno però non ha voluto affrontare la questione, convocandoci per due volte in Commissione senza però un seguito pratico a queste due convocazioni. La nostra proposta di mozione è la base da cui partire. E attraverso il vostro giornale rimarco nuovamente che quello adottato dal Comune di Tremezzina è un modello valido, anche se il sindaco Monti continua ad affermare il contrario. Modello, quello della Tremezzina, che va adottato anche in previsione degli alberghi in fase di ristrutturazione e che sicuramente si candidano ad ospitare eventi con fuochi d’artificio a corredo. Serve un regolamento che assegni un numero massimo di spettacoli pirotecnici per ciascuna location e che abbia come filo conduttore la qualità della vita dei cernobbiesi. Non può essere che sull’altare del turismo sacrifichiamo la qualità della vita dei nostri cittadini».

In realtà nei tanti commenti (oltre 80 come anticipato) al post pubblichiamo dal nostro giornale, diversi cittadini hanno sottolineato che tutto sommato «si può convivere con i fuochi d’artificio». «Io da cittadino di Rovenna me li godo ogni volta - si legge in uno di questi commenti -. Pensiamo alle cose serie».

E ancora, «siamo in estate. Potessi abitare a Cernobbio e godermi lo spettacolo dei fuochi». E c’è anche chi ha rimarcato come «ci si indigna per la qualità dell’aria e poi si tutta tutto per terra». E’ chiaro quattro spettacoli pirotecnici in meno di ventitré ore rappresentano un primato al momento difficilmente eguagliabile e che comunque merita una riflessione politica in ottica futura, ricordando che il Comune di Tremezzina ha limitato numero, durata ed orari degli spettacoli pirotecnici nelle dimore di pregio.

«Attendo le osservazioni del caso nella prossima seduta della Commissione - rimarca Matteo Monti - Lì è la sede istituzionale preposta per portare avanti le diverse istanze. Al momento, con lo sparo fuochi abbiamo introitato 70 mila euro. Lo dico solo per dovere di notizia. Si tratta di una cifra comunque importante. Mi aspetto che ai post ed alle proposte a mezzo stampa viste e lette nelle ultime ore ora facciano seguito anche quelle nelle Commissioni preposte».

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