Il Lario colpito dall’alluvione. Il presidente della provincia Bongiasca su quanto accaduto: «I soldi servivano prima, ormai i danni sono fatti»

Il caso Il presidente della Provincia, Bongiasca: «Sono necessari interventi. Però i fondi arrivano poi a fatti compiuti. E solo se si è in piena emergenza»

«Quando le risorse economiche servono per fare prevenzione non si trovano mai, ma poi escono a fatto compiuto, quando ormai si è in piena emergenza». Così il presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca fotografa la situazione sul Lario, a pochi giorni dall’alluvione che, ancora una volta, ha messo in ginocchio Blevio. Un dramma già vissuto il 25 luglio del 2021, qui come in altre realtà del territorio, in quest’ultima occasione risparmiate da fango e detriti ma dove, comunque, l’allarme è sempre alto.

Inevitabile, dunque, una riflessione su quanto accaduto e su cosa si può fare, per scongiurare altre situazioni di potenziale pericolo.

I danni

«Per quanto riguarda la stima dei danni, è difficile dirlo ora - ha chiarito ieri Bongiasca - lunedì ci sarà un incontro anche con il dirigente del settore Opere Pubbliche della Provincia Bruno Tarantola per fare il punto, quindi avremo un quadro più chiaro. La Lariana è aperta e lì dovrebbe essere tutto sistemato, anche venerdì si è lavorato per tutto il giorno. Adesso, però, bisogna andare oltre».

Più prevenzione, insomma. «Bisogna intervenire sulla montagna, che non è più curata come una volta - ha proseguito il presidente della Provincia - se non si parte dalla maggiore cura di sentieri e valli, chi abita a lago riceve tutto ciò che scende, come essere in una casa a cui crolla il tetto».

Un tema ampiamente dibattuto, fin dalla scorsa estate: sarà fondamentale avviare il prima possibile un importante programma di controllo e pulizia della montagna, per prevenire.

Per farlo, ovviamente, serviranno finanziamenti per coprire importi che, certamente, i piccoli Comuni del lago non hanno a disposizione.

Proprio questo è l’aspetto su cui Bongiasca insiste.

Prevenzione

«Dobbiamo imparare a capire che bisogna prevenire - ha tuonato ancora il presidente - quando si cercano i soldi per questo tipo di interventi non si trovano mai, poi quando scatta la calamità naturale ci sono. È il sistema che è sbagliato. Poi, naturalmente, bisogna anche tenere conto del cambiamento climatico: ora, in venti minuti, scarica la pioggia che abitualmente scende in molto più tempo».

E ha concluso: «Purtroppo le cose vanno così e dobbiamo regolarci di conseguenza. In settimana comunque, dopo l’incontro, la situazione sarà più chiara».

Resta, ovviamente, il rammarico dei cittadini che, l’altra notte, sono ripiombati nello stesso incubo. Sul piede di guerra anche i sindacati Cgil, Cils e Uil che hanno segnalato una situazione «incredibile, poiché in queste ultime ore è certo piovuto molto, ma non in misura eccezionale. Ricordiamo le affermazioni degli esponenti politici, di qualsiasi livello, che un anno fa ci dissero che le risorse erano state stanziate; ma allora perché i lavori non partono? A questo punto, possiamo solo sperare che il Prefetto intervenga in prima persona» è stato il loro appello finale.

La speranza, dunque, è che qualcosa si sblocchi il prima possibile.

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