Il sindaco Saffioti cede e presenta le dimissioni. Brunate senza sindaco

Il caso Senza l’appoggio della maggioranza, ieri mattina il sindaco ha fatto un passo indietro. «Dispiace molto». Avrà venti giorni per ripensarci, ma «Non cambio idea». Comune verso il commissariamento, voto in primavera

Il sindaco Saverio Saffioti ringrazia i cittadini e si dimette.

«Era mio dovere come sindaco cercare tutte le strade prima di dimettermi, così ho fatto» dice in modo molto analitico Saffioti. Si chiude così l’esperienza amministrativa di “Brunate da vivere”, il gruppo che aveva vinto le amministrative 2019 e termina anche il periodo di incertezza scattato dopo il consiglio comunale del 28 luglio, quando la seduta iniziata alle 20.48 terminò alle 21.03.

La crisi

Quell’ultima seduta è stata come la punta di un iceberg che ha fatto naufragare l’amministrazione Saffioti. Assenti i consiglieri di maggioranza: Laura Bianchi e Silvina Iparraguirre, i due assessori si erano dimessi da poco. Poi Sergio Baccaglini e Luca Bernasconi. Violetta Bedendo, vice sindaco di Saffioti fino a luglio 2020 annunciò dimissioni (consegnate il 1 agosto); la minoranza lasciò la riunione per dare tempo al sindaco. Un terremoto.

«Le mie condizioni oggettive e soggettive mi impediscono di proseguire» così dopo 5 giorni Saffioti lascia.

Scattano i 20 giorni per eventuali ripensamenti, ma rien ne va plus, i giochi ormai sono fatti, il sindaco annuncia che non ritornerà sulla sua decisione, epocale per Brunate.

Non era mai successo che la Giunta si disintegrasse per due volte in 3 anni e che il sindaco non avesse più possibilità di formarla.

«Sono andato in Comune e i dipendenti mi hanno abbracciato, ringraziandomi per la stima, reciproca, come ho detto loro, li ringrazio tantissimo, soprattutto l’ufficio tecnico che ha lavorato con me ai bandi, anche la domenica – dice con commozione l’ex sindaco – Una scelta, questa, che mi aiuta molto».

Prima di guardare ai motivi che hanno portato al suo eclatante abbandono, il sindaco guarda al futuro: «Da cittadino mi auguro che Brunate non perda le opportunità create in questi 3 anni e trovi il modo di affrontare e risolvere le criticità che la attendono».

Le riflessioni

Un sindaco caduto perché rimasto da solo: «Non lo capisco, davvero, non ho mai avuto una proposta non condivisa, anzi talvolta accolte con molto entusiasmo. Forse non ho insistito abbastanza per fare delle riunioni, ho sbagliato a fidarmi a chi mi aveva detto “ci penso io”».

«In un’amministrazione pubblica la delibera di Giunta toglie spazio ai personalismi e alle primedonne – continua Saffioti allargando un po’ il cerchio - ci sono meccanismi psicologici che non capisco. Ho sempre affrontato oggettivamente e razionalmente il tutto, ma c’era uno spirito rancoroso latente, mai espresso perché mai sono avvenute discussioni pesanti, mai si è rimandata una delibera (come invece con Pandakovic e Bodini era avvenuto)».

E ha concluso. «C’erano dei motivi personali. Per me questo era irrilevante, mi piaceva andare in Comune e non perdere tempo. È stato un lavoro impegnativo che ho fatto con convinzione, un lavoro importante per Brunate in cui ho messo tanta energia e competenza. Ho sempre fatto quello che mi sembrava giusto fare nell’interesse della comunità che rappresentavo».

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