L’autista del pullman che ha preso fuoco a Genova lascia l’ospedale: «Non vedo l’ora di tornare a casa»

Cernobbio Carmelo Todaro ha fatto evacuare e salvato 47 persone sul bus in fiamme. Verso le dimissioni dal San Martino di Genova: «Andrò subito con le mie bimbe al lago»

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«Domani esco! Oggi sto bene e finalmente dopo cinque giorni posso farmi una bella doccia». Non trattiene giustamente l’entusiasmo Carmelo Todaro, il cinquantaseienne autista che domenica 9 luglio ha fatto evacuare 47 persone da un autobus granturismo in fiamme lungo l’autostrada A12.

I 37 feriti di rientro da una gita alle Cinque Terre, la maggior parte residenti in provincia di Como, sono già stati dimessi. L’unico ancora in ospedale è proprio lui. Ha respirato tanto fumo, l’intossicazione da monossido gli ha provocato purtroppo uno scompenso cardiaco e per questo dopo il trattamento in camera iperbarica è stato trasferito nel reparto di Terapia Intensiva Cardiologica.

Il racconto dell’autista

Ieri ci ha scritto un messaggio via Whatsapp dal letto del Policlinico San Martino di Genova. Lo abbiamo chiamato, ecco cosa ci ha raccontato. «Non sono più sotto ossigeno: mi hanno tolto la mascherina – spiega con una voce tornata limpida - Domani (oggi, ndr) nel pomeriggio dovrebbero dimettermi. Tornerò nella mia Cernobbio e mi riposerò». Non molto perché ha già un appuntamento improrogabile con due piccoline davvero speciali. «Porterò le mie bambine prima al lago e a poi cena (Mounas e Aishca, di 9 e 4 anni, avute dall’attuale compagna Mayra): da quando sono in ospedale mi chiamano ogni 30 minuti. Naturalmente andrò anche a salutare gli amici. Mi aspettano per un bel brindisi in compagnia».

Intanto già mercoledì alcuni di loro sono andati fino a Genova per sincerarsi di persona delle sue condizioni di salute. «Mi hanno fatto leggere gli articoli che avete pubblicato sulla Provincia». Articoli dove lo abbiamo definito un eroe. Carmelo però non vuole essere chiamato così e scherza: «Avete un po’ esagerato» poi si lascia andare a una risata. Nessuna esagerazione: domenica Todaro, in pochi istanti, ha preso la decisione giusta in un momento drammatico. Mentre stava guidando un bus carico di turisti nella galleria Monte Giugo lungo l’autostrada A12, tra Recco e Nervi in direzione Genova, ha sentito un’esplosione, l’ha paragonata allo scoppio di una pentola a pressione.

I complimenti per il comportamento eroico

Dagli specchietti ha visto le fiamme levarsi altissime dalla parte posteriore del mezzo, sprigionate probabilmente dal vano motore. Ha deciso di accostare, di aprire le porte, di attendere la discesa dell’ultimo passeggero e solo dopo ha lasciato il pullman.

Quando si è incamminato verso l’uscita, immerso nel fumo e nel buio, è inciampato su una signora caduta a terra: ha aiutato lei e il marito. Fuori dalla galleria è stato accolto con un applauso dagli altri già in salvo. Era esausto, non respirava più, il corpo annerito dal fumo. Un comportamento encomiabile che ha colpito il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Il Governatore, insieme all’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola, si è voluto complimentare personalmente con Todaro. Gli ha fatto visita in ospedale martedì donandogli una bandiera della regione.

Un plauso che ha condiviso sulla sua pagina Facebook delle parole che riassumono il gesto di Todaro: «Poteva scappare e invece, mentre il fumo aveva già riempito la galleria, ha scelto di rischiare la vita per aiutare i passeggeri. Sono andato a trovarlo al San Martino per digli grazie: non vuole essere chiamato eroe, ma con il suo coraggio ha salvato più di una vita».

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