Letta contro la Lega
sul secondo lotto
«Voto, decide Como»

Il segretario Pd: appa a Cernobbio e incontra i militanti. «Grave errore della Regione non finire la tangenziale». «Il candidato? Lo sceglieranno i referenti sul territorio»

«Il secondo lotto della tangenziale? È una priorità. Il nostro candidato sindaco della città? Lo decidono i democratici comaschi».

Enrico Letta, ex premier e oggi segretario del Pd, ieri pomeriggio ha fatto tappa a Cernobbio per riunirsi con i rappresentanti e gli attivisti locali del partito. Il tema più d’attualità riguarda la campagna vaccinale e il Green pass che spacca la maggioranza con lo smarcamento della Lega.

Buonsenso e condivisione

«Siamo per un’estensione graduale del certificato vaccinale – ha detto Letta – nella logica del buonsenso e della condivisione. Senza forzature, i cittadini devono capire che non è un’imposizione, ma uno strumento per la ripresa in sicurezza. Per far ripartire l’economia e soprattutto la scuola in presenza. Serve un anno intero di lezioni in presenza, la Dad è drammatica». Per Letta non si può essere al contempo «con il Green pass e contro il Green pass». Non serve una linea coercitiva e punitiva, sarebbe una sconfitta, occorre far capire a tutti che la certificazione va nella direzione di un interesse comune.

Una cinquantina di militanti e simpatizzanti hanno incontrato Letta per battute e scambi di opinioni anche sulle vicende locali. Per esempio il secondo lotto della Pedemontana, con la tangenziale di Como sempre incompiuta mentre la Regione ha approvato la conclusione delle altre tratte autostradali. «Non avere finanziato il secondo lotto di Como penso sia stato un errore – ha detto Letta – Non capisco perché la Regione Lombardia abbia fatto questa scelta. Mi sono occupato di Pedemontana per anni e credo che sia un’opera da considerare prioritaria. E che qui in particolare sia uno sbocco importante, utile al superamento di un grande collo di bottiglia cruciale per la mobilità di Como».

Sul lago Letta è oggi atteso ad un confronto con la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il segretario della Lega Matteo Salvini, anche lui ieri pomeriggio presente in città. «In largo Miglio sarà pieno di slogan facili», la frecciata di Letta. Letta è venuto a Como anche per parlare di elezioni, delle prossime tornate comunali e regionali che pure non riguardano il capoluogo comasco. Ma anche Como città si prepara alla partita delle elezioni per l’anno prossimo. L’imprenditore comasco Paolo de Santis è il nome attorno a cui il centrosinistra e il centrodestra potrebbero convergere.

«Sussidiarietà»

«Decidono loro – ha ribattuto Letta indicando i vari esponenti democratici comaschi presenti – Io sono da sempre per il federalismo e la sussidiarietà. Il prossimo sindaco di Como lo decide il Pd di Como. Mi fido degli esponenti locali e della base, le scelte si fanno insieme». La deputata Chiara Braga, il consigliere regionale Angelo Orsenigo, il consigliere provinciale Paolo Furgoni, il segretario territoriale Federico Broggi e la consigliera comunale Patrizia Lissi erano solo alcuni dei democratici presenti. Letta ha parlato di coalizioni ampie, condivise, anche con garanti e personalità civiche esterne al Pd che partecipino al prossimo sforzo elettorale.

«Secondo me non funziona se arriva un candidato carismatico, bravissimo e bello – ha detto Letta – con al seguito i migliori consulenti. Non si fa così, forse si faceva così qualche tempo fa. Per me la politica è territorio, è stare insieme, si fa con le proposte migliori portate avanti insieme». Nomi interessanti? I dem comaschi spiegano che ce ne sono tanti, ma non ci sono stati incontri o dialoghi su profili precisi. E l’amministrazione di Mario Landriscina? Letta scuote la testa, preferendo evitare giudizi diretti o polemiche.

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