
Cronaca / Como cintura
Martedì 09 Settembre 2025
Scontro di Grandate: «Nessuna gara». E spunta anche un testimone
Continuano gli accertamenti dei carabinieri sulla dinamica che ha provocato la morte dei due ragazzi di Luisago e Oltrona San Mamette

Grandate
C’è un testimone degli attimi terribili che hanno preceduto l’impatto tra le due moto condotte da Fabio Crescitelli – 17 anni di Oltrona San Mamette – e Laerte Gauli, 20 anni di Luisago, schianto che è costato la vita ad entrambi i giovani nella nottata di sabato.
Un ragazzo come loro, giovane come loro, che era pure lui in moto su quella strada piccola e senza intersezioni, all’apparenza senza pericoli, che corre accanto all’autostrada. Il testimone non ha visto lo schianto, ne ha però udito il botto, avvenuto immediatamente alle sue spalle, dopo avere incrociato una frazione prima una delle due moto.
La testimonianza è comunque ritenuta importante dai carabinieri intervenuti sul posto per i rilievi, perché racconta che comunque Fabio e Laerte non stavano facendo la “gara”, non percorrevano la stessa direzione di marcia, ma andavano in senso opposto uno dall’altro. Tutto qui, però. Perché capire quello che possa essere accaduto e cosa possa aver condotto a quello scontro – a questo punto da ritenere frontale, o comunque con le due moto che si andavano incontro – non è affatto semplice.
La procura di Como, cui è stato riferito quanto avvenuto nelle ore di buio tra sabato e domenica, ha deciso di sequestrare le due moto che sono una Tm racing 125 e una Kawasaky Ninja 600 di cilindrata, mentre non è stato affidato l’incarico per l’esame autoptico sulle due vittime con i corpi che sono stati restituiti alle famiglie.
La dinamica è dunque ritenuta questa, seppur non ripresa da alcuna telecamera che possa fornire quelle risposte finali che poco sposterebbero in questo dramma.
La strada in cui è avvenuto l’incidente, la via Mantero a Grandate, corre accanto al noto stabilimento comasco e all’autostrada A9. E’ conosciuta, soprattutto tra i ragazzi e gli amanti delle moto, perché non avendo alcun incrocio o intersezione, all’apparenza dunque libera da rischi improvvisi, viene anche utilizzata per provare le moto. Le forze di polizia lo sanno e non è raro che proprio lungo quel nastro d’asfalto avvengano dei controlli mirati. Ed è qui che sabato notte è avvenuta la tragedia.
In un primo momento non era nemmeno chiaro se i due ragazzi stessero procedendo lungo lo stesso senso di marcia oppure no. Ma la testimonianza di uno dei ragazzi presenti in via Mantero avrebbe fornito un primo importante elemento per fare luce sulla dinamica dell’incidente, con quell’unica moto incrociata pochi attimi prima di sentire alle spalle un botto violento. Uno schianto quindi non visto con i propri occhi, da quanto avrebbe riferito il ragazzo, ma percepito e udito dietro di sé. Una ricostruzione che del resto andrebbe a sovrapporsi a quella che era stata la prima ipotesi, calcolata in base ai danni riportati dalle due moto e dalle lamiere accartocciate, ovvero quella di un impatto frontale e violento.
Un lavoro che è portato avanti dai carabinieri della stazione di Fino Mornasco e dai colleghi di Lurate Caccivio giunti subito il via Mantero assieme alle ambulanze di Fino Mornasco e di Grandate.
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