Ha fatto sparire 55mila euro dell’anziana: amministratrice di sostegno condannata

Tribunale La donna ritenuta responsabile di peculato e falso: due anni con il rito abbreviato. I nipoti dell’assistita scoprono, dopo la scomparsa, 33 bonifici effettuati dal conto della nonna

Como

È stata ritenuta responsabile di aver fatto sparire 55 mila euro che erano di una anziana – poi deceduta – mentre la seguiva come amministratrice di sostegno. Soldi che, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Antonia Pavan che aveva portato avanti il fascicolo di indagine per peculato e falso, erano passati dal conto della signora a quello privato della donna che doveva curarne gli interessi, senza che questi transiti di contanti fossero per la procura autorizzati e dunque giustificati.

La sentenza

Il giudice dell’udienza preliminare Cristiana Caruso ha condannato a 2 anni con il rito abbreviato, con solo limature per alcune prescrizioni nel frattempo intervenute, Rosangela Baserga, 66 anni di Colverde, pena che è stata sospesa a patto che vengano svolti per la durata di un anno lavori di pubblica utilità.

L’imputata è stata assistita dall’avvocato Egon Bianchi, mentre gli eredi della signora nel frattempo deceduta all’età di 91 anni sono stati rappresentati dal legale Oscar Romolo Fumagalli che era anche colui che aveva firmato la segnalazione che era poi finita sul tavolo della procura avviando le indagini. Al termine del lavoro di ricostruzione della vicenda, il pm aveva contestato nel capo di imputazione la scomparsa di 55 mila euro finiti nelle disponibilità di quella donna che era l’amministratrice dell’anziana. Le accuse hanno parlato di peculato (in quanto agiva come un pubblico ufficiale, nominata dal Tribunale dal 2013) e falso. A lanciare l’allarme erano stati i nipoti che si erano accorti dei presunti ammanchi, chiedendone una verifica. Non tutti gli anni di sostegno sono finiti al centro dell’inchiesta della procura, ma solo il 2016, il 2017 e il 2018 fino al mese di settembre.

L’anziana, che era ricoverata in una Rsa della città, era poi deceduta ad inizio 2019 ma dai conti i nipoti avevano notato delle cose che non tornavano, ovvero fatture per un totale di 55.365 euro pagate con una generica dicitura di «assistenza esterna» che tuttavia non figurava tra i servizi forniti dalla Rsa.

La vicenda

Fatture emesse a nome di una cooperativa (anche questa con sede a Como) che tuttavia ne disconosceva l’emissione. L’Iban indicato, inoltre, conduceva non ai conti della coop, bensì a quelli dell’amministratrice di sostegno che per questo era finita con l’essere iscritta sul registro degli indagati, vicenda che aveva portato la donna di fronte ad un giudice per valutarne la posizione. La difesa, nel corso della precedente udienza, aveva chiesto e ottenuto di poter procedere con il rito abbreviato e in queste ore è arrivata anche la sentenza di condanna per la sessantaseienne di Colverde, quantificata in due anni di reclusione ma con la pena sospesa.

Gli importi finiti sotto la lente dell’ufficio della pm Antona Pavan, facevano riferimento a 33 bonifici – quasi a cadenza mensile – per un totale come detto di circa 55 mila euro. I fatti erano emersi dopo la morte dell’anziana. I nipoti avevano scoperto che dal conto corrente della nonna erano usciti quantitativi di denaro in diversi bonifici (tra i 1500 e i 2000 euro) per il pagamento di fatture per le già citate «assistenze esterne» che si aggiungevano all’assistenza già prestata dalla Rsa. Ma la struttura che ospitava la nonna aveva però disconosciuto queste circostanze.

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