A Como gli sfratti sono pochi: il calo è oltre il 30%

Affitti Tutti favorevoli a una nuova normativa ma il quadro in città e in provincia è molto cambiato. Lo dicono i numeri pubblicati dal ministero dell’Interno

Como

Gli sfratti in dieci anni nel Comasco sono diminuiti del 30%, le morosità quasi del 40%.

Il timore di affittare casa e dover fare i conti con dei locatari che non pagano è reale, tanto che i proprietari comaschi sono favorevoli alla proposta di legge per velocizzare le pratiche utili ad arrivare allo sfratto. In realtà però i dati pubblicati dal ministero dell’Interno mostrano una grande contrazione degli sfratti chiesti ed eseguiti nella nostra provincia e nella nostra città.

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Cosa dicono i numeri

Anche le situazioni di morosità si sono ridotte largamente, al contrario aumentano i contratti lasciati scadere e non rinnovati. In parte questi mancati rinnovi terminano in via bonaria, altre volte si ricorre allo sfratto. Il motivo è il rialzo dei canoni chiesti dai locatori, troppo alti per degli affittuari magari anche anziani, oppure la scelta di destinare gli appartamenti ai turisti.

In dieci anni gli sfratti esecutivi in provincia di Como sono passati da 568 a 393, l’ultimo dato è del 2024, il calo è del 30,8%. Nella sola città si passa da 150 a 74 sfratti, di fatto la metà. In provincia gli sfratti per morosità scendono da 404 a 249, meno 38,3%. I contratti scaduti e non rinnovati passano invece da 14 a 70. C’è poi il dato degli sfratti realmente eseguiti, 410 nel 2015 e 238 nel 2024, meno 41,9%. Una discesa che si spiega in parte con la poca disponibilità di forze dell’ordine e ufficiali giudiziari da impiegare, con un accumulo delle domande.

Ma in generale la diminuzione degli sfratti e dei morosi è motivata, spiegano i sindacati, dalla complessiva contrazione delle case messe in affitto a Como e provincia. Soprattutto dopo la pandemia i contratti tradizionali sono drasticamente scesi. Chi ha una casa è meno propenso ad affittare, in alternativa lo fa per periodi più limitati di tempo. E stiamo parlando di privati cittadini. Gli sfratti relativi alle abitazioni pubbliche sono statisticamente poco significativi, una ventina all’anno quelli chiesti da Aler su Como e provincia.

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I fondi regionali

Come noto la mancanza di case in affitto, come pure i costi eccessivamente alti, crea ripercussioni per esempio sul mercato del lavoro. Non riescono a trasferirsi qui professionisti e dipendenti pubblici, le nuove famiglie del ceto medio. Ancora più in difficoltà i meno abbienti. La Regione a proposito di housing sociale ha finanziato altri 32,5 milioni per destinare risorse a chi offre case a prezzi accessibili. Comuni, Aler, imprese e cooperative potranno partecipare a un prossimo bando e accedere a queste risorse destinate a sistemare appartamenti da dare poi a canoni calmierati a lavoratori e nuove famiglie delle classe media. I nuovi fondi si aggiungono ai 18,5 milioni già stanziati l’anno scorso con la stessa finalità. Grazie alle risorse regionali in via Zampiero a Camnago Volta è per esempio in corso la costruzione di 13 alloggi a canone concordato, attraverso la cooperativa Abitare Comense. Saranno pronti entro l’estate del 2026.

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