A processo l’uomo accusato di aver stuprato una donna nella cabina telefonica

Como La Procura chiede il giudizio immediato per le botte dello scorso agosto.Un video accusa un cittadino pakistano. Calci e pugni alla vittima per poter abusare di lei

La procura di Como ha chiesto il giudizio immediato per il quarantunenne pakistano accusato di aver brutalmente stuprato una donna di 58 anni, di origine bulgara, nella cabina del telefono accanto al Tribunale di Como. Un cruento fatto di cronaca, che ebbe eco nazionale, che si verificò nella nottata di sabato 6 agosto in centro città.

Il pubblico ministero Antonio Nalesso – che già nelle scorse settimane aveva sostanzialmente cristallizzato la ricostruzione di quanto accadde tramite un incidente probatorio in cui la vittima ripercorse il suo dramma – ha quindi mandato avanti il fascicolo chiedendo il processo.

L’udienza di fronte al Collegio del Tribunale di Como – presieduto da Valeria Costi – è stata già fissata per il prossimo mese di giugno. Ora toccherà alla difesa dell’accusato, Ghulam Shabbir Imran, con l’avvocato Corrado Leoni, valutare come muoversi. La notifica del giudizio Immediato è arrivata anche al legale che assiste la vittima dell’abuso, ovvero l’avvocato Laura Tettamanti.

L’aggressione

La signora, nelle giornate successive alla violenza, era stata operata più volte. In quella drammatica serata di sabato, a salvare la donna bulgara di 58 anni erano state due ragazze ucraine che lavorano in città. Tenendosi a distanza, erano corse nel vicino chiosco per lanciare l’allarme. Quando i carabinieri del Radiomobile di Como erano arrivati in via Auguadri, il pakistano già non c’era più. Fu ritrovato poco dopo seduto su una panchina di viale Varese, ancora imbrattato del sangue sella vittima. I vestiti dell’uomo erano stati posti sotto sequestro al pari del marsupio che conteneva poche monete.

Nel video che l’ha incastrato ripreso dal sistema di sorveglianza del Tribunale di Como – i carabinieri avevano acquisito le immagini di tutta la giornata di sabato – l’uomo si era presentato nella cabina di via Auguadri già con la donna alle 18.30, per ripararsi dalla pioggia che in quel momento aveva iniziato a cadere sulla città.

L’abuso invece era avvenuto intorno alla mezzanotte. Nel video lo stupro non si vede, si intuisce solo la donna tenuta a forza dentro la cabina. Si vedono invece i calci sferrati dal pakistano, che poi pare allontanarsi per tornare subito dopo indietro, trascinare con la forza la vittima fuori dalla cabina per poi buttarla dentro in una seconda e proseguire nell’abuso.

Una scena spaventosa

Agghiacciante fu la scena che si presentò ai soccorritori, con la signora bulgara seduta in una enorme chiazza di sangue. Il fatto di cronaca aveva sconvolto la città e non solo per la sua brutalità, ma anche perché molti cittadini erano passati accanto alla cabina dove avveniva lo stupro senza tuttavia decidere di intervenire in soccorso di quella povera donna. Al contrario, come detto, di quelle due ragazze straniere che finito il turno di lavoro, avvicinandosi a via Auguadri per tornare a casa, avevano visto quello che stava avvenendo decidendo di correre in un vicino chiosco per supplicare l’aiuto e la chiamata alle forze dell’ordine.

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