Abusi a scuola, l’Appello non fa sconti

La sentenza I giudici di Milano confermano i 5 anni e mezzo di condanna a carico dell’ex bidello del Setificio - Era accusato di avere molestato due studentesse. Lui si è sempre protestato innocente. È agli arresti domiciliari

Nessuno sconto nemmeno di fronte ai giudici di Milano. L’udienza di appello di ieri a carico dell’ex bidello del Setificio “Paolo Carcano” di Como, cui venivano contestati due diversi episodi di abusi a carico di altrettante studentesse della scuola superiore comasca – uno più grave, il secondo considerato di un grado di entità minore – si è concluso con la conferma dei 5 anni e mezzo di pena che erano stati decisi nel corso dell’udienza di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como.

La lettura del dispositivo della sentenza è stata fatta nel primo pomeriggio di ieri nel palazzo di giustizia meneghino dopo che la pubblica accusa aveva chiesto proprio l’integrale conferma di quanto era stato deciso nel corso del primo grado. Cosa che è poi avvenuta. L’ex bidello del “Carcano”, Vincenzo Militello, 65 anni, si trova ancora oggi in regime di custodia cautelare ai domiciliari proprio in seguito alla misura che era stata eseguita quando i fatti vennero a galla, ovvero nella primavera di due anni fa. L’accusa è stata quella di violenza sessuale ai danni di una studentessa e di un secondo palpeggiamento – qualificato di lieve entità – ai danni di una seconda alunna della scuola comasca, ragazze che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 15 e 17 anni. In primo grado (con l’assoluzione già sancita dal giudice comasco) l’imputato era stato anche indagato – e scagionato – anche da un terzo capo di imputazione relativo all’aver mostrato video spinti a ragazzi inferiori ai 14 anni. L’indagine era nata da una segnalazione arrivata prima sul banco dei carabinieri di Como, allertati direttamente dall’istituto scolastico, poi del pm Alessandra Bellù che aveva coordinato l’inchiesta.

Il processo, nel corso del primo grado, si era svolto con il rito abbreviato. La difesa, al termine della lettura del dispositivo di ieri, non ha voluto commentare la decisione dei giudici meneghini. Anche il bidello, fin dai giorni del suo arresto che risale alla primavera del 2024, non aveva mai parlato. L’unica eccezione era stata fatta al chiuso dell’aula del palazzo di giustizia di Como quando aveva respinto tutte le accuse contestate, confermando solo le chat cariche di messaggi affettuosi e non oltre, scambiati – aveva riferito – anche con altri ragazzi. Il giudice però l’aveva pensata diversamente condannandolo a cinque anni e mezzo, pena che come detto ieri è stata confermata anche in secondo grado a Milano.

Il caso era emerso nel mese di marzo del 2024 quando la principale vittima degli abusi, una ragazza minorenne che all’epoca frequentava il Setificio “Paolo Carcano”, aveva raccontato ad un proprio amico quello che avveniva con il bidello nelle aule della scuola prima delle lezioni, ma anche in biblioteca durante i minuti di intervallo. Il racconto – noto anche ad una seconda compagna – era poi stato comunicato ad una collaboratrice scolastica collega del bidello (che aveva visto la ragazza piangere in bagno) e infine ad una professoressa. In poche ore la vicenda era finita sul tavolo dei vertici dell’istituto ed in seguito sul quello della famiglia della vittima con l’interessamento pure dei carabinieri. Al racconto della vittima iniziale di questa storia si era poi unito un secondo episodio in cui una ragazza più grande era stata palpeggiata, seppur con una accusa che è rimasta di lieve entità.

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