
Cronaca / Como città
Sabato 21 Giugno 2025
Accoltellamento fuori dalla discoteca. Il Tar cambia idea: giusta la chiusura
Via Sant’Abbondio I giudici: «Tentato omicidio conseguenza della lite iniziata dentro il Venus» - La Questura vince il ricorso. La difesa: «Controllare centinaia di avventori? La legge lo vieta»

Il Tar di Milano cambia radicalmente idea, sulla sanzione alla discoteca Venus inflitta dal questore di Como dopo l’accoltellamento avvenuto all’esterno del marzo 2024. Poco più di un anno fa i giudici amministrativi avevano sospeso il provvedimento di chiusura, oggi - nel merito - hanno invece concluso che l’atto della Questura era non solo lecito, ma pure proporzionato. E hanno così respinto il ricorso dei legali del locale.
I fatti e la sentenza
Nella notte tra i 2 e il 3 marzo dello scorso anno in via Sant’Abbondio un minorenne aveva ferito con un coltello un ragazzo di 19 anni di Como. Aggressione figlia di una precedente lite nata all’interno del Venus, dove vittima e aggressore si trovavano. Nei giorni successivi il questore, Marco Calì, aveva firmato un provvedimento di chiusura del locale per dieci gioroni in base alle norme del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, motivato dal pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica come prevenzione a fatti analoghi. In base al provvedimento, è vero che l’evento si era consumato all’esterno, ma la lite era iniziata all’interno dove uno dei contendenti ha anche minacciato il rivale con queste parole: «Ti aspetto fuori, ho affilato il coltello».
Una ricostruzione accolta dai giudici del Tar: «Dalle risultanze dibattimentali» legate al processo «per tentato omicidio risulta che i fatti sono iniziati all’interno della discoteca e che i minori erano già in possesso dei coltelli» quando erano dentro al Venus. Quindi «la discoteca non era attrezzata con un sufficiente sistema di sicurezza interno, anche in considerazione del fatto che sono state ammesse le minacce proferite all’interno del locale. Evidentemente i gestori ritenevano che la vicinanza della discoteca con gli uffici della Questura fosse un deterrente sufficiente». Da qui la conseguenza: «L’accoltellamento avvenuto subito all’esterno, non è stato quindi altro che la prosecuzione cronologica e logica, senza interruzioni, della lite e delle minacce avvenute all’interno della sala da ballo».
I legali del locale da ballo
«Chiunque legga con attenzione le motivazioni di questa sentenza non può non rilevare la sproporzione tra i fatti accertati e la misura sanzionatoria confermata. La decisione sembra riflettere una conoscenza solo astratta della realtà operativa di un locale che accoglie fino a 800 avventori a sera». A dirlo sono gli avvocati Simone Gatto e William Maggio, legali della Newcose srl, società che gestisce la discoteca Venus: «Ai gestori del locale» in base alla sentenza «sarebbe richiesto di accorgersi, tra centinaia di persone, della presenza di un’arma nascosta su un singolo cliente. Un onere francamente impossibile da sostenere, anche adottando tutte le misure di sicurezza ordinariamente previste». Peraltro, sottolineano, «la normativa vieta agli addetti ai servizi di controllo di effettuare perquisizioni personali o sequestri, limitandoli a semplici controlli visivi e solo con il consenso dell’avventore. Nonostante ciò, ai gestori viene spesso imputata la mancata prevenzione di condotte individuali imprevedibili».
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