Cronaca / Como città
Martedì 28 Ottobre 2025
Affitti, disdette in aumento del 40%: «Rincari record»
Abitare Non è più la corsa ai b&b, allo scadere dei contratti il canone viene quasi raddoppiato. Frigerio: «Problema per famiglie e anziani»
Como
Casa, disdette in aumento del 40%. Dagli sportelli aperti nel capoluogo per aiutare gli inquilini raccontano nell’ultimo anno un aumento significativo dei mancati rinnovi dei contratti d’affitto. Non sempre perché i proprietari vogliono aprire un bed and breakfast, ma più semplicemente perché arrivati alla scadenza, magari dopo otto anni con il canone fermo, è automatica la richiesta di un ritocco, non tanto distante dal raddoppio dell’affitto. Molti di questi casi, riferiscono da Sicet come da Sunia, non arrivano allo sfratto, non si va dal giudice, non riguardano cittadini morosi. Si tratta però di gestire transazioni e traslochi complicati, soprattutto di fronte a persone anziane.
Bolla immobiliare
«Molti contratti stipulati prima della bolla immobiliare arrivati a scadenza è difficile vadano al rinnovo – dice Fabio Frigerio per Sunia Como – per due anni l’inflazione è stata a doppia cifra, il locatore propone aumenti con rialzi che non tutti possono accettare. Dunque vediamo tante lettere di disdetta che aprono un problema sociale per famiglie e anziani».
Sul tema sindacati come la Uil del Lario insistono nel chiedere più «impegno delle istituzioni per la politica dell’abitare», commenta il coordinatore provinciale Dario Esposito, oltre a «maggiori vincoli per gli affitti brevi destinati ai soli turisti».
«Ma la maggior parte di queste disdette non è per aprire un b&b – ribatte Claudio Casartelli presidente di Confesercenti e agente immobiliare – seguiamo molti proprietari che scaduti gli otto anni di contratto, chiedono una rinegoziazione ai loro inquilini, regolari, senza morosità, senza bisogno di mandare lo sfratto. E’ chiaro che nel 2017 per un trilocale in città si potevano chiedere 700 euro mentre adesso si arriva anche a 1.200».
Dipende dai quartieri, in centro i canoni sono molto più alti. «In città questo fenomeno è in forte aumento e dobbiamo cercare di attrezzarci – dice Francesca Paini per la Fondazione Scalabrini, da sempre impegnata sul tema dell’abitare – senza criminalizzare i proprietari che hanno tutto il diritto di rivedere gli affitti. Ma aiutando chi non può permettersi cifre troppo alte. In particolare i grandi anziani, donne sole che hanno la reversibilità e a 80 anni non hanno le forze di cercare casa e trasferirsi nella cintura urbana». Per questo Fondazione Scalabrini cerca quadrilocali in città per progettare esperienze di cohousing per donne anziane sole in uscita dalle loro abitazioni. Sommate quattro pensioni e condiviso bagno e cucina possono rimanere a Como e combattere la solitudine
Centro saturo
«Io penso occorra guardare proprio alla cintura urbana, solo lì possiamo dare casa ai lavoratori e a chi arriva da fuori – dice Claudio Bocchietti per Confedelizia, l’associazione dei proprietari – il centro città è saturo, è interessato dall’overtourism, c’è più possibilità di abitare fuori. Va però incentivato chi affitta, solo Como ha la cedolare secca al 10% tutti gli altri Comuni pagano il 21%. Dovrebbero invece abbassare le tasse così da offrire convenienza fiscale». Fatta eccezione per il capoluogo in provincia vanno anche rinnovati gli accordi per i canoni concordati, fermi a vent’anni fa.
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