Alcol in strada, divieto in tutta la città

La stretta Consentito ai tavolini dei locali e nelle vicinanze, ma solamente in bicchiere e con lo scontrino di acquisto. Il sindaco: «Troppi sbandati in giro e tanti ragazzini con bottiglie di vodka senza contare i rifiuti gettati dappertutto»

Stretta sul consumo di bevande alcoliche in tutta la città su suolo pubblico. Per ora è più che un’ipotesi anche se non c’è ancora il provvedimento, ma a settembre la norma verrà inserita nel nuovo regolamento di Polizia urbana.

Il sindaco Alessandro Rapinese negli ultimi giorni ha raccolto un po’ di pareri tra i gestori dei locali e i clienti e questa sorta di “sondaggio” sul campo non è passato inosservato. I rumors hanno infatti iniziato a circolare e il sindaco ieri ha confermato l’intenzione di intervenire con quella che si annuncia una misura di sicuro impatto sul capoluogo.

No a bottiglie, lattine e cartoni

«Fin da subito - premette il primo cittadino - la mia ambizione era quella di risolvere il problema sicurezza in città che, in molti casi, è strettamente connesso al consumo di alcolici, molto spesso da parte di soggetti che non hanno alcun rispetto per la città e l’hanno scambiata per il luogo dove liberare i loro più bassi istinti. In questo contesto l’utilizzo smodato di alcol è un importante detonatore. Ormai in Como non ci sono più luoghi dove si può passeggiare serenamente e nei quartieri colpiti dalla movida la mattina si ritrovano bottiglie a non finire e cocci di vetro come se fossero campi di battaglia».

Poi la conferma di quello che intende portare avanti nelle prossime settimane: «In queste ore - prosegue Rapinese - sto valutando il totale divieto di consumo di alcol su tutto il suolo pubblico, fatte salve alcune eccezioni. Ovvero dove lo spazio è stato richiesto in occupazione dalle attività commerciali di somministrazione, lungi da me voler danneggiare il prezioso tessuto economico cittadino, e il consumo di alcolici in bicchiere, in prossimità del locale dove è stato acquistato, solo se l’avventore può dimostrare di averlo comprato da un esercente autorizzato alla mescita, quindi nei bar, esibendo il relativo scontrino fiscale d’acquisto. Quindi o sei seduto al tavolo, o hai in tasca lo scontrino del bar dove l’hai acquistato. Assolutamente vietato il consumo in bottiglie, lattine, cartonati e tutto ciò che potrebbe provenire da un supermercato o da casa. Io personalmente in 46 anni con una birra da 66 cl in mano in giro per la città non sono mai andato». E poi aggiunge nel contestualizzare la scelta di procedere con la linea dura: «Mi spiace per questa limitazione, ma per via di tutti i sempre più numerosi sbandati che stanno popolando la nostra città, e non mi riferisco solo a via Anzani, bensì anche ai tanti ragazzini con in mano bottiglie di vodka e ogni ben di dio che poi troviamo in giro per le nostre strade, nel lago e ovunque sia possibile gettare rifiuti senza rispetto. Così facendo, respireremo più sicurezza, la città sarà più pulita, avremo meno giovani al pronto soccorso per coma etilico e, magari, parte di quei delinquenti che una volta ubriachi si lasciano andare ai loro più bassi istinti compiranno meno azioni delle quali le cronache sono piene».

Regolamento di polizia urbana

Nello specifico lo strumento non sarà un’ordinanza, ma il provvedimento farà parte del regolamento di polizia urbana che arriverà in giunta prima e in consiglio poi a settembre. Come già anticipato si tratta di modifiche a quello attuale e saranno inclusi anche interventi sulle cosiddette “zone rosse” che verranno ampliate. E se la situazione non dovesse risolversi, Rapinese si dice pronto ad attivare «altre iniziative nei confronti di chi continuasse a somministrare alcol a chi è già alterato».

Il primo cittadino mette già le mani avanti su possibili prese di posizione critiche da parte del centrosinistra: «Se il Pd ha qualcosa da dire prenda tutti i suoi amici di via Anzani, birre comprese, e con loro vada a Capalbio».

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