Alla tangenziale «massima priorità». La Regione lo (ri)scrive, ma i soldi?

Beffa senza fine Il completamento della strada inserito, di nuovo, nel piano delle opere. Costi pari a 1,2 miliardi. Da Roma però non è stato ancora stanziato un solo euro

La Regione ha confermato tra le opere infrastrutturali con il bollino “massima priorità” il completamento della tangenziale indicando come data il 2027 (la pianificazione è triennale, quindi è stato scelto il periodo temporalmente più distante), ma a bilancio non c’è un euro. O meglio, se Roma dovesse mettere i due terzi della somma, Palazzo Lombardia potrebbe mettere la quota mancante (come fatto, ad esempio, per la variante della Tremezzina).

In realtà non viene espressamente citato il secondo lotto, ma la voce più generica “realizzazione autostrada regionale Varese-Como-Lecco per un importo di un miliardo 269mila euro. Come modalità si parla di “concessione, costruzione e gestione”. In pratica si ritorna (ma anche l’anno scorso la dicitura era analoga) alla famosa autostrada Varese-Como-Lecco promossa dalle associazioni di categoria (in primis le due Camere di Commercio di Como e Lecco che, nel frattempo, si sono unificate) quella che era sempre rimasta congelata per due ragioni: la prima è che senza la tangenziale di Como intera non avrebbe avuto senso parlarne, in quanto i due lotti dell’opera erano parte integrante ed essenziale dell’intero collegamento. Poi venne realizzato il primo tratto, tra la A9 e Albate (svincolo dell’Acquanegra) di 2,4 chilometri e, in dieci anni (tanto tempo è passato dall’apertura) non sono stati fatti in avanti. Anzi. Il secondo lotto originario (quello per il quale si era arrivati alla progettazione definitiva, ma che era stato rinviato in quanto giudicato “troppo costoso” per l’importo di circa 800milioni di euro) è stato infatti eliminato definitivamente dal sistema Pedemontana e, quindi, non figura più nella programmazione della maxi infrastruttura di cui si è iniziato a parlare decenni fa per il collegamento autostradale delle province di Varese, Como, Milano, Monza Brianza e Bergamo.

Ad ogni modo per il solo secondo lotto, nel frattempo configurato come collegamento tra la tangenziale e la Briantea (più o meno all’altezza di Albavilla), i bene informati parlano di una somma necessaria tra gli 800 e i 900 milioni di euro (ovviamente i numeri sono tutti da valutare non essendoci una progettazione in fase avanzata) che, applicando a spanne il modello della ripartizione dei fondi tra il Governo e la Regione, vorrebbe comunque dire che da Roma dovrebbero mettere sul piatto come minimo tra i 600 e i 700 milioni di euro. Rispetto al tracciato originario quello su cui negli ultimi anni si è concentrata la Regione (con l’obiettivo di ridurre il più possibile i costi) il collegamento ipotizzato si allunga oltre lo snodo di Tavernerio (in particolare la rotonda da cui parte la Como-Bergamo) arrivando alla zona industriale di Albavilla dopo aver lambito il lago di Montorfano. Dalla Regione hanno già inviato da tempo le proposte per il piano degli investimenti di Anas con l’obiettivo di far finanziare allo Stato almeno parzialmente l’infrastruttura che, in questo modo, non sarebbe a pedaggio (per il primo lotto, sarebbe a quel futuribile “l’acquisto” della strada realizzata). Le certezze per il momento sono due: che i tempi non saranno brevi e che non c’è nemmeno un euro disponibile.

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