Cronaca / Como città
Venerdì 24 Ottobre 2025
Allarme giovani. Il 60% di chi usa droga ha meno di 25 anni
L’allarme Consumatori under 16: +33% in tre anni. Il questore: «Ci sono sempre più stupefacenti sintetici». Già 487 i comaschi segnalati nel 2025 alla Prefettura
Como
Otto comaschi su dieci segnalati alla Prefettura come consumatori di sostanze stupefacenti hanno meno di trent’anni. E gli under 25 sono il 60% del numero complessivo. «L’età di chi fa uso di droga si è abbassata clamorosamente, soprattutto dopo il Covid» sottolinea, senza troppo girarci attorno, il questore di Como, Marco Calì. Che sulla questione tossicodipendenze ci tiene anche a sottolineare una circostanza ormai consolidata: «Il panorama droga ormai va visto a 360 gradi. Il problema è trasversale: non c’è più una sola categoria sociale che ne sia immune». Dallo studente al magazziniere, dal disoccupato al professionista nell’elenco dei comaschi segnalati in questi ultimi anni come assuntori c’è di tutto.
E allora vediamoli i numeri della Prefettura di Como sui consumatori di droga. Quest’anno, al 30 settembre, i comaschi segnalati dalle varie forze di polizia sono già 487. Lo scorso anno, complessivamente, erano stati 665 (sui dodici mesi, quindi con un trend per ora in linea con il 2025). Tra il 2022 e il 2024 si è registrato un incremento del 22% dei comaschi che hanno consumato sostanze stupefacenti. Ma il dato più impressionante riguarda il mondo giovanile. Dove l’aumento della problematica, in termini anche numerici, è allarmante: si va dal +32% (negli ultimi tre anni) per la fascia di età tra i 26 e i trent’anni al +27% per quella 22-25. E ancora: +19% (19-20 anni), +31% (17-18) e +33% per la fascia tra i 14 e i sedici anni.
I canali di spaccio
«Negli ultimi anni - sottolinea il questore di Como - il mondo giovanile, come sappiamo, si è trovato ad affrontare un momento difficile. Nel post Covid le crisi scolastiche e famigliari sono aumentate e abbiamo riscontrato un sempre maggiore ricorso all’uso delle droghe, soprattutto a quelle sintetiche». E si abbassa l’età del primo “spinello” e del primo contatto in generale con gli stupefacenti: «Ci sono casi di ragazzi che assumano droghe anche a tredici anni».
Non si pensi, peraltro, che i minorenni si “accontentino” di hashish o di marijuana, perché queste droghe stanno per essere soppiantate sempre di più dai catinoni (create con una molecola psicoattiva presente in natura nella pianta del Khat), da Mdma (o ecstasy), cristalli e quelle più in generale definite come Nps, acronimo per la frase inglese Novel psychoactive substances” (nuove sostanze psicoattive). E poi «abbiamo avuto casi di minorenni che hanno fatto uso di cocaina» spiega Marco Calì.
Pericolo criminalità
Cambiano anche i centri dello spaccio. Ovviamente Milano resta la città punto di riferimento, una sorta di magazzini generali della droga. «In provincia abbiamo registrato tre aree di spaccio principali - rimarca ancora il questore - ovvero nell’Erbese, nel Canturino e nella zona del lago». Poi c’è lo spaccio nei boschi «che è l’ultimo anello».
«Va però tenuto in considerazione un ulteriore fatto: le droghe sintetiche, i ragazzi, spesso le ordinano sul web e se le fanno arrivare a casa». Ma l’allarme stupefacenti e giovani non riguarda solo il consumo, ma anche lo spaccio: «Registriamo casi di avvicinamento di ragazzi a organizzazioni criminali connesso proprio all’uso e allo spaccio degli stupefacenti» conclude il questore. «L’allarme c’è. L’attenzione da parte di tutti resta molto alta».
La comunità di recupero
«Il consumo di droga si diffonde in modo capillare, l’età di chi si avvicina alle sostanze psicoattive si abbassa in maniera pericolosa e gli stupefacenti sono sempre più potenti e pericolosi». A parlare è Riccardo Laffranchi, da quarant’anni operatore della comunità Arca di Como, attuale responsabile del settore riabilitativo. Con Jacopo Boschini, referente della cooperativa Attivamente, Laffranchi sta realizzando un progetto educativo e informativo sul tema droga, progetto che ha visto il coinvolgimento dei ragazzi di terza media delle scuole di Cadorago e della sua amministrazione comunale. Giovedì sera Laffranchi ha parlato ai genitori e agli amministratori di Cadorago, proprio dell’emergenza droga tra i giovani.
«La società - ha detto - ci chiede sempre più di essere al top. Impone ritmi e prestazioni sempre più performanti. E la droga ci fa scappare dalla realtà. Anche per questo è così affascinante per i ragazzi». Che si avvicinano sempre prima alle sostanze psicoattive, finendo nella rete delle dipendenze: «La tossicodipendenza è una patologia - ha spiegato l’educatore comasco - Ed è una patologia cronica e recidivante». Negli anni Novanta, quando la piaga era l’eroina, nelle comunità «si tendeva a non accogliere più i tossicodipendenti che erano ricaduti nell’abuso di sostanze. Oggi è cambiato tutto perché la recidiva fa parte della patologia». Cambiano in tempi su molti fronti. E uno dei cambiamenti più allarmanti riguarda l’aumento del disagio psichico: «Abbiamo sempre più ragazzi compromessi dal punto di vista psichiatrico». E questo sia per «il tempo di sostanze, soprattutto quelle sintetiche» che causano danni pesanti alla psiche, ma anche per «l’abbassamento dell’età di chi fa uso di droghe».
Unica arma, spiegano sia Laffranchi che Boschini, è «la prevenzione, l’educazione alle emozioni e la conoscenza».
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