
(Foto di archivio)
Sant’Anna Pochissimi ieri al concorso, eppure all’ultimo prima della pandemia si erano candidate 3.500 persone - I vertici dell’Asst Lariana avevano previsto l’adesione bassa. Coppia: «Qui situazione molto più grave che altrove»
Ad uno degli ultimi bandi pubblicati dall’Asst Lariana prima della pandemia per assumere infermieri (due posti da 1200 euro al mese) si erano candidati in 3.500. All’epoca erano arrivati all’auditorium dell’ospedale centinaia e centinaia di novelli infermieri in treno e con il bus da mezza Italia. Ieri agli esami per assumere 45 infermieri, (1.600 euro di stipendio a tempo indeterminato), si sono presentati al Sant’Anna solo in 25.
Il paragone, pur essendo passati soli pochi anni, è desolante. Quest’ultimo concorso doveva coprire il fabbisogno di professionisti sanitari rimasto scoperto dopo le recenti assunzioni, con due bandi che già non avevano ottenuto buoni risultati. Per 80 posti da infermiere le domande arrivate all’Asst Lariana sono state 110. E solo 39 per i 40 posti da infermiere di famiglia, ruolo che, costringendo a lavorare sul territorio, fatica ancor di più a trovare preferenze.
È vero però che ieri ci si è messa anche la pioggia, oltre allo sciopero. Ma questo non basta a spiegare un’affluenza così bassa se si considera che le prove sono state posticipate a metà mattina per permettere a tutti di raggiungere San Fermo della Battaglia, tanto più che le candidature pervenute alla scadenza del bando erano soltanto 50.
E così ieri in poche ore le prove si sono esaurite e il lavoro della commissione è stato decisamente rapido. È possibile che entro fine anno venga bandito un nuovo concorso d’assunzione, che andrà ad annoverarsi tra gli altri bandi che ormai vengono pubblicati a ciclo continuo, senza pause.
«Ma ormai purtroppo in tante aziende ospedaliere del nord si presenta il 50%, massimo 60% dei candidati rispetto ai posti messi a bando – dice Monica Trombetta, infermiere dell’Asst Lariana e rappresentante sindacale di Nursing up – Faticano soprattutto a trovare personale i presidi periferici». A Menaggio, a inizio anno, per 24 posti da infermiere sono arrivati 40 candidati, solo 6 però si sono presentati alle prove e un solo vincitore ha accettato il posto.
La carenza di infermieri non vede un cambio di rotta imminente, anzi. Le iscrizioni a infermieristica sono in calo in tutto il Paese, come si osserva localmente anche nel corso di laurea che ha sede a Como: i nuovi ingressi faticano a sostituire pensionamenti e trasferimenti. C’è così un progressivo ricorso a professionisti in arrivo da Paesi esteri.
«Sì ieri c’erano il maltempo, lo sciopero e il traffico – commenta Massimo Coppia, Rsu dell’Asst Lariana – però pochi giorni fa al concorso per infermieri bandito a Foligno si sono presentati 3mila candidati. A Salerno stanno per assumere 2.147 operatori sanitari. La mancanza di infermieri qui da noi è molto più grave. I sanitari scelgono di andare a lavorare in Svizzera, vanno nel privato, chiedono di ricongiungersi alle famiglie al centro sud, dove il costo della vita, e delle case soprattutto, è molto inferiore. Da anni chiediamo maggiori incentivi, ma ancora non si vedono bonus o indennizzi».
Il presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, per fra fronte al problema ha proposto un voucher da 2mila euro per tre anni per i nuovi infermieri e sanitari assunti nelle strutture pubbliche del territorio e con residenza lì, così da evitare la fuga nel Canton Ticino.
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