In arrivo altri guai per i pendolari: ora mancano i treni per i frontalieri

Trasporti Pochi convogli la mattina verso la Svizzera. Con la stazione unica di Camerlata cancellata una corsa: «Troppa richiesta, spesso salire a bordo è un’impresa»

I frontalieri comaschi chiedono un treno in più al mattino da Camerlata. Raggiungere la Svizzera, per lavorare e studiare, è diventato col tempo un viaggio lungo e avventuroso. In macchina tra code e lavori alle gallerie neanche a parlarne. Con i mezzi pubblici le cose non vanno meglio.

I pendolari frontalieri (cresciuti in pochi anni da 40mila a oltre 70mila) nove su dieci sono diretti a Lugano e per partire fanno riferimento soprattutto alla stazione unica di Camerlata. Da questo nuovo snodo verso Chiasso parte una corsa alle 6.06, per molti una levataccia. C’è poi il treno delle 6.36, ma i pendolari non se ne servono perché si tratta di un vecchio convoglio che fa tutte le fermate e accumula molto ritardo, tanto da mancare sistematicamente la coincidenza oltre confine. Quindi la maggior parte dell’utenza sale o, meglio, cerca di salire sul 7.18. Un treno che arriva da Milano al completo. Trovare un posto in piedi, pigiati, è già un successo. Vuol dire comunque arrivare a Lugano tirati, poco prima delle otto e mezza sul posto di lavoro. La corsa successiva, il 7.35, corre quasi vuota perché passa di nuovo un macinino che accumula ritardi. Significa arrivare in azienda o in università verso le 9.15.

Il treno che non c’è

«Quando c’era la vecchia stazione di Albate, prima della nuova stazione unica, da Camerlata passava anche il 7.10 – racconta Umberto Fronterre – un treno che molti di noi prenderebbero volentieri e che bisognerebbe ripristinare. La corsa è stata spostata su San Giovanni, ma in città non ci sono parcheggi. Se non uno, piccolo, a cui si accede solo pagando un costoso abbonamento tramite graduatoria».

Paradossalmente c’è chi parcheggia l’auto a Camerlata, prende un bus per San Giovanni e sale sul 7.10 verso Chiasso. «Con la nuova stazione di fatto abbiamo meno collegamenti per la Svizzera – dice Valerio Pasca, un altro comasco pendolare – serve una corsa in più al mattino. Il 7.18 è stracolmo di gente, il treno prima e quello dopo accumulano sempre troppo ritardo». Per prendere la coincidenza a Chiasso con il 6.36 e il 7.35 da Como c’è un margine di tempo pari a sette minuti esatti. Solo che i treni italiani non sono mai puntuali e quelli svizzeri al contrario non ammettono ritardi alla partenza. «Bisognerebbe volare – racconta Arturo Lanzarotti – non si riesce mai a fare in tempo. Bisogna poi pensare che per molti di noi il viaggio non inizia a Como Camerlata. Io per esempio arrivo da Monguzzo. Devo prendere la macchina, oppure un precedente treno anteguerra da Molteno o da Anzano che funziona ancora a gasolio. Il primo disponibile passa verso le sette: è una lotta all’ultimo minuto».

Caos parcheggi

Arrivati a Como Camerlata alla stazione unica c’è anche il problema parcheggio. Anche per rientrare la sera i frontalieri non hanno molte alternative. «L’utenza della stazione unica di Camerlata è esplosa – spiega Stefano Piazza – la banchina verso Lugano al mattino è stracolma, i frontalieri sono sempre più numerosi. In auto con i lavori all’A9 è un disastro, i pendolari del treno stanno crescendo. Ma linee e parcheggi sono insufficienti». Questi disagi vanno in una sola direzione, la Svizzera. Inutile ricordare i ritardi e le cancellazioni verso Milano.

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