Cala la scure di Anac sul Comune: «Sul Centro Belvedere ha violato la normativa»

Bocciatura Il sogno del nuova campo da rugby svanisce. Concessione «illegittima» per l’Autorità Anticorruzione «L’accordo con i privati è privo di fondamento giuridico»

Il sogno di un campo da rugby all’interno di un centro sportivo funzionale e moderno tramonta sotto le picconate dell’Anac. Il presidente dell’Autorità Anticorruzione ha bollato come «illegittima» la concessione del Comune di Como relativa a progettazione, riqualificazione, manutenzione e gestione del Centro Belvedere di via Longoni. L’atto, comunicato al sindaco Alessandro Rapinese e alla società Centro Belvedere srl (creata appositamente per i lavori, finanziati anche grazie ai fondi del Pnrr) sottolinea che l’iter seguito per la concessione ha violato la normativa.

L’iter contestato

Per l’esecutivo di Palazzo Cernezzi e per il superdirigente Luca Noseda, che ha seguito l’intero iter ed è formalmente il Rup dei lavori (il progetto esecutivo è stato approvato lo scorso mese di marzo), un boccone amaro che rischia di far evaporare i lavori.

In estrema sintesi Anac sottolinea come «la società» alla quale il Comune ha affidato l’intera pratica «non avrebbe potuto essere destinataria dell’affidamento» in quanto non è «né società utilizzatrice dell’impianto né società senza scopo di lucro».

E allora bisogna tornare indietro nel tempo, per avere il quadro complessivo e per comprendere meglio la contestazione mossa al Comune.

Il Centro Belvedere è sede del campo di gioco della Società Dilettantistica Rugby Como, che è - di conseguenza - la società sportiva che ha in uso l’impianto. Il 22 dicembre 2023 il Rugby Como presenta, assieme alla srl Capital Padel di Leno (Brescia) una proposta formale di partenariato pubblico-privato per l’ammodernamento e il rifacimento del centro di via Longoni. Il 6 febbraio successivo viene comunicato il subentro della Sport Più, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata di Castellanza, al posto della Capital Padel. A maggio dello stesso anno la giunta Rapinese dichiara i lavori di progettazione, riqualificazione, finanziamento, manutenzione e gestione del centro come «di pubblico interesse». Tutto sembra procedere speditamente. Il 22 ottobre successivo si apre la conferenza di servizi e, solo sei giorni dopo, in Camera di commercio viene aperta una nuova società: la Centro Belvedere srl, partecipata al 51% da Sport Più e al 24,5% cadauno dal novarese Matteo Brera (presidente del Cda della srl) e dal Michele Castelli (membro del Cda insieme a Stefano Colombo, di Castellanza). Brera, consulente d’azienda, è, tra l’altro, presidente di Capital Padel srl; Castelli è consigliere di Capital Padel oltre a essere un agente e rappresentante di minerali, metalli e prodotti semilavorati.

Importi e società

In tutto questo intreccio di società, professioni, professionisti, Anac rileva una cosa sostanziale: non c’è più alcuna traccia del Rugby Como. E neppure di una società non a scopo di lucro. Proprio qui sorge (secondo l’anticorruzione) il problema.

Spiega il presidente Anac: il Comune ha utilizzato una norma «di semplificazione degli affidamenti per gli interventi sugli impianti sportivi». Una normativa semplificata, rispetto al codice degli appalti, che però prevede un paio di vincoli insormontabili (sempre secondo l’Anticorruzione): la proposta di ammodernamento e riqualificazione dev’essere presentata dalla sola associazione o società sportiva utilizzatrice dell’impianto; oppure dev’essere presentata da associazioni o società senza scopo di lucro.

Nel caso del campo di via Longoni «l’affidamento alla Centro Belvedere srl risulta privo di fondamento giuridico». E inoltre: «Non conforme» alla norma è «l’identità che si è venuta a creare tra il soggetto affidatario dell’impianto» ovvero il Rugby Como e «la società di scopo», cioè la srl costituita nell’ottobre di un anno fa. I lavori, insomma, dovrebbero essere aggiudicati tramite gara. Perché «le società e le associazioni sportive possono procedere liberamente all’affidamento dei lavori senza applicare le previsioni del codice dei contratti pubblici soltanto nel caso in cui i lavori siano di importo inferiore a 1 milione di euro o le sovvenzioni pubbliche dirette non superino il 50% dell’importo. Nel caso di specie l’importo è superiore al milione di euro e le sovvenzioni sono pari ad euro 2.750.000 più 1.651.392, che supera il 50% dell’importo dei lavori pari ad euro 5.871.510».

Contattato per un commento, dal sindaco Alessandro Rapinese in serata non era ancora arrivata nessuna presa di posizione.

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