Anche a Como si taglia sul reddito di cittadinanza: nuove regole per 5mila persone. Ecco cosa cambia

La novitàSette mensilità e non più otto per i percettori sotto i 60 anni. Nel Comasco i nuclei familiari che vivono con il sussidio sono 2.693

Si abbatte anche sulla provincia di Como la scure del governo, che nella nuova finanziaria ha previsto una stretta sul reddito di cittadinanza. Resterà per chi non è occupabile, per chi ha minori a carico e per chi ha più di sessant’anni. Quanto agli altri, l’erogazione sarà limitata a sette mensilità, una in meno rispetto al disegno di legge originale: vige l’obbligo di accettare la prima proposta di lavoro, pena il decadimento immediato dal diritto al reddito.

La situazione in provincia di Como aggiornata a tutto lo scorso novembre è la seguente: i nuclei familiari percettori del reddito sono 2.693 nuclei percettori, per un totale di 5.216 persone coinvolte. L’importo medio, secondo l’osservatorio Inps del mercato del lavoro della provincia di Como, ammonta a 518 euro. Rispetto al mese di settembre, il numero dei percettori del reddito sarebbe in calo, sia pure lieve. A livello regionale, sempre secondo l’Inps, i nuclei familiari interessati alle novità in materia di reddito di cittadinanza sarebbero circa 67.500.

La finanziaria, in ogni caso, modifica il reddito in maniera sostanziale, a partire dal nodo della prima offerta che se rifiutata farebbe perdere il diritto all’assegno. L’offerta non dovrà più considerare le esperienze e competenze maturate e nemmeno la distanza del luogo di lavoro e i tempi di trasferimento.

Novità anche per quanto riguarda i percettori più giovani per i quali l’erogazione dell’assegno dovrà essere vincolata all’istruzione. Quindi: per i beneficiari di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno terminato la scuola dell’obbligo la possibilità di usufruirne sarà condizionata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di formazione.

L’ultima novità concerne chi invece utilizza il reddito di cittadinanza per pagare l’affitto. La quota del sussidio per l’alloggio sarà erogata direttamente al locatore dell’immobile. In particolare il beneficiario del sussidio deve comunicare all’ente erogatore del reddito, vale a dire l’Inps, i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro. Questo significa che la quota non sarà più a disposizione del beneficiario ma che sarà versata direttamente al proprietario dell’immobile.

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