Cronaca / Como città
Giovedì 20 Novembre 2025
Appello agli infermieri neolaureati: «Impegnatevi qui, restate in Italia»
Salute Cerimonia con l’Università dell’Insubria per la consegna dei diplomi a 113 professionisti. Il presidente del corso di laurea non lo dice, ma la richiesta è chiara: non andate in Svizzera
Como
Ai giovani infermieri serve più «italianità». Ieri e l’altro ieri, durante le ultime discussioni di tesi con la cerimonia di laurea per 113 nuovi infermieri, i rappresentanti dell’Università dell’Insubria e delle ex aziende ospedaliere hanno lanciato un vero appello ai sanitari pronti a entrare in reparto. Affinché restino sul nostro territorio, possibilmente nel pubblico. Sono 40 gli infermieri usciti dal corso di Como con cui l’Asst Lariana si è complimentata.
«Dobbiamo iniziare a sentirci più italiani e possibilmente più pubblici – commenta il presidente del corso di laurea Fabio Angeli – la speranza è che questi giovani infermieri vogliano impegnarsi qui, da noi, restando dentro ai nostri confini negli ospedali e negli ambulatori del sistema sanitario e delle strutture convenzionate. Molti di loro mi hanno chiesto consiglio e confido riusciremo a far tesoro di queste risorse. Sono professionisti con competenze e responsabilità imparagonabili rispetto ai decenni passati».
Manca sempre personale
Il corso di laurea in infermieristica dell’università dell’Insubria ha un 20% di banchi vuoti, l’anno scorso era peggio. Nel dettaglio il corso di Como fa più fatica con quasi il 40% di borse da assegnare. Nel Comasco mancano almeno 500 infermieri, circa 250 nel pubblico, ogni anno ne perdiamo 150 perché attratti dalla Svizzera o da Paesi con retribuzioni migliori. A tal proposito la Uil del Lario continua a chiedere l’indennità di confine, una misura da anni ferma. Detto che il recente rinnovo contrattuale ha visto un aumento per gli infermieri compreso tra 130 e 150 euro mensili. Rispetto agli infermieri in fuga sono comunque di più i pensionandi, l’età media degli iscritti all’Ordine è alta.
«Qualche scatto economico c’è stato – dice ancora Angeli – come pure qualche riconoscimenti in termini di specializzazione e di carriera. Il trend degli iscritti ai corsi di laurea quest’anno è in risalita, dobbiamo ancora occupare un 20% dei posti, quasi il 40% su Como. Ma qualche matricola è in arrivo da altri percorsi sanitari e nei prossimi mesi contiamo di accogliere altri studenti che non hanno passato il nuovo semestre filtro in medicina e chirurgia». Una novità che agli atenei sta creando qualche problema, ma che per infermieristica potrebbe rivelarsi un’opportunità.
«Sacrifici ripagati»
L’Asst Lariana fatti gli auguri agli infermieri, presente la dirigente Manuela Soncin, ricorda che ha aperto un ennesimo bando da cento posti a tempo indeterminato con i termini che scadono il 1 dicembre, in più è sempre possibile candidarsi a tempo determinato.
Presa la laurea il tasso d’occupazione dei neo infermieri si aggira intorno al 95%.
«Io voglio lavorare in Italia, a Como e nel pubblico - racconta Mariagiorgia Noletta, laureata di 25 anni – arrivo dalla Toscana, cinque anni fa insieme al mio compagno. Questo percorso di studi ha richiesto tanto impegno, tempo e sacrificio. Ma sono stata ripagata, l’esperienza al Sant’Anna è stata gratificante. Questa è una professione complessa e faticosa, non tutti sono disposti a fare l’infermiere. Devo ancora iniziare il vero lavoro, ma spero che la passione che mi è stata trasmessa non si spenga».
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