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Salute L’Agenzia regionale deve affidare le postazioni 118 per i prossimi cinque anni. Ma scrive alle associazioni di volontariato per rivedere i costi al ribasso. L’ira degli enti
Como
Il tempo stringe. I soldi scarseggiano. O, meglio, non sono certo sufficienti a coprire l’aumento dei costi sostenuti dalle associazioni di volontariato per garantire l’emergenza sanitaria.
C’è aria di tempesta nel mondo dei soccorritori che, quotidianamente, garantiscono gli interventi del vecchio 118. L’attesissimo bando di Areu, l’agenzia regionale che gestisce l’emergenza sanitaria in Lombardia, per l’affidamento del servizio di soccorso sul territorio si è arenato. La colpa? Mancano le coperture economiche. E così, dopo l’apertura delle buste, la commissione ha dovuto soprassedere sull’aggiudicazione e ha chiesto alle associazioni di volontariato di rivedere (al ribasso) i preventivi di spesa presentati.
Una premessa è d’obbligo: l’ultima gara per la gestione del servizio risale al 2020. E, di conseguenza, salvo alcuni singoli aggiustamenti, le cifre dei rimborsi agli enti che si occupano della copertura del territorio con le loro ambulanze e il loro personale, sono vecchie di cinque anni. Per questo motivo la selezione era particolarmente attesa, anche per aggiornare il tariffario. Peccato che il risultato stia causando più di un mal di pancia da parte delle associazioni di soccorso. Perché, dopo aver aperto le buste e aver stilato la classifica degli enti che si sono garantiti il miglior punteggio tecnico, e quindi di fatto aver opzionato il servizio per il prossimo quinquennio, i vertici di Areu hanno bloccato l’intero iter e chiesto a tutti di rivedere al ribasso i preventivi di spesa. All’appello mancano, complessivamente, 44 milioni di euro.
Le spese messe a budget per il 2025 per le postazioni di soccorso, per le quali l’anno scorso era stata data una proroga tecnica fino al prossimo 31 dicembre, ammontano a 105 milioni di euro per tutta la lombardia (parliamo, complessivamente, di 223 postazioni). Lo scorso giugno la Regione aveva previsto di finanziare il servizio con un incremento del 10% stanziando poco più di 11 milioni di euro. Ma a fronte di risorse economiche disponibili per 116 milioni, le spese stimate - aperti i budget allegati alla documentazioni per il bando - toccano i 161 milioni. Tradotto: ci sono più di 44 milioni di differenza.
Da qui la richiesta inviata il 30 ottobre scorso dal responsabile del procedimento alle varie associazioni di volontariato di rivedere al ribasso i preventivi.
Richiesta che ha sollevato un autentico polverone. Croce Rossa e Anpas, le principali associazioni coinvolte nel sistema di emergenza sanitaria, hanno effettuato riunioni a livello locale e regionale per esprimere non solo preoccupazione, ma anche fastidio per la posizione della Regione.
Anche perché sul fronte dei costi, non è che ognuno ha messo la cifra che preferiva. Tra gli allegati di gara per la proposta economica Areu aveva predisposto un file excel da compilare con limiti di spesa ben determinati che, se venivano sforati, impediva di proseguire la procedura. Da qui la prima protesta delle associazioni: se certi limiti erano consentiti, voleva dire che le coperture c’erano. Invece Areu si è basato sulla previsione di un budget vecchio di oltre cinque anni, più il 10%.
E ancora: a molte postazioni è stato richiesto di dotarsi di mezzi nuovi e pure 4x4 (per la nostra provincia l’obbligo è scattato per Porlezza, Menaggio, Dongo, Cernobbio, Argegno, Bellagio, Canzo, Asso e Nesso), quindi più costosi anche sul fronte manutenzione.
Dalla direzione di Areu si dicono comunque ottimisti nel riuscire a chiudere la gara entro fine anno: «L’iter - dicono attraverso l’ufficio stampa - va avanti. Abbiamo avviato un percorso positivo con le associazioni e confidiamo di concludere nei tempi previsti».
Intanto dal 15 settembre, termine ultimo per la presentazione delle offerte, si è arrivati a novembre. Areu aveva concesso tempo fino a lunedì mattina alle associazioni per rivedere al ribasso i preventivi, ma proprio ieri, alla luce di alcuni chiarimenti chiesti dalle associazioni e dati dall’Agenzia, il termine è stato prorogato di una settimana. In ballo c’è il futuro dell’intero sistema di emergenza sanitaria della Lombardia.
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