C’è anche l’Insubria tra gli atenei con le tasse troppo alte segnalati dall’Unione degli studenti universitari

Lo studio Figura tra i 18 atenei che chiedono troppo in rapporto a quanto ricevono dallo Stato. Il delegato del rettore: «Sorpreso da questo studio, se siamo oltre il limite sarà di pochissimo»

Universitari costretti a pagare più tasse di quanto permesso dalla legge: tra i 18 atenei in tutta Italia c’è anche l’Università dell’Insubria. Questo quanto portato alla luce dalle associazioni degli studenti (l’Unione degli universitari in particolare) che hanno stilato la classifica, per riportare la questione all’attenzione accademica e invitare gli atenei ad abbassare le tasse.

L’indagine dell’Udu ha fatto emergere la situazione dell’università di Torino, condannata dal Consiglio di Stato a risarcire i propri studenti per avergli fatto pagare tasse troppo alte, e a seguire, di tutte le altre. La legge del 1997 impone infatti che i contributi degli studenti non possano superare il 20 per cento dell’ammontare del Fondo di Finanziamento ordinario, cioè delle risorse che l’università riceve dallo Stato per la gestione delle proprie attività. Norma che invece non avrebbero rispettato 18 atenei sui 59 di tutta Italia e, in questo elenco, l’Insubria appare in ultima posizione.

La replica

«Siamo stati sorpresi di trovarci nella classifica, anche se per fortuna in fondo - commenta Andrea Moriondo, delegato del rettore per l’accoglienza e il diritto allo studio dell’Università dell’Insubria -. Probabilmente sono dati vecchi, nel nostro passato siamo stati sopra la soglia del ministero. Mercoledì è passata in senato accademico la regolamentazione per il nuovo anno e domani (oggi, ndr) c’è il consiglio di amministrazione, per cui non è ancora definitivo». L’Insubria, comunque, si starebbe già impegnando per ridurre il peso delle tasse per i propri studenti.

«Dai dati che abbiamo estrapolato, nell’ultimo anno accademico abbiamo diminuito la contribuzione complessiva, sia degli studenti regolari che non regolari, di un milione di euro rispetto all’anno precedente e l’anno prima l’avevamo ridotta di 800mila euro perché due anni fa abbiamo varato il nuovo sistema contributivo proprio per ridurre l’impatto della contribuzione sulle famiglie - aggiunge Moriondo -. In due anni, abbiamo praticamente ridotto di due milioni e quindi trovarci in questa classifica, anche se all’ultimo posto, è perché probabilmente hanno preso dati di qualche anno accademico passato. Per le questioni di bilancio è sempre difficile avere i conti giusti se non dopo un paio d’anni».

«Il nuovo sistema, comunque, ha dato i suoi frutti e insieme a questo abbiamo anche introdotto un premio al merito per gli studenti, che corrisponde a circa 250mila euro di rimborso per i ragazzi meritevoli secondo i criteri del regolamento. Un impatto notevole, pur mantenendo la qualità dei servizi: gli studenti alla fine vedono che c’è qualità in quello che andiamo a offrire anche grazie al rapporto numerico tra studenti e docenti».

La valutazione

E conclude: «Se siamo ancora fuori, comunque, stiamo rientrando. Lo sforzo e l’effetto c’è stato: oltre un milione di euro in meno di contribuzione da un anno all’altro mantenendo la qualità e i servizi è un impegno notevole, tra l’altro su un’università delle dimensioni dell’Insubria. C’è soddisfazione, credo anche tra gli studenti, non era scontato un impatto del genere. La diminuzione di anno in anno emerge dai conti».

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