Ats: «Terza ondata se si torna a scuola»
Non preoccupano le aule ma i mezzi

Il direttore sanitario Giuseppe Catanoso: «Aule sicure, i rischi sono sui mezzi e negli assembramenti» - «I ragazzi sono il tramite del contagio, portano il virus a casa: spero di non vedere più piazze piene per l’aperitivo»

L’Ats lancia l’allarme: il ritorno a scuola delle superiori il 7 di gennaio potrebbe fare da volano alla terza ondata. Secondo l’agenzia di tutela della salute è necessario lavorare soprattutto sui mezzi di trasporto.

«Temo autobus e treni pieni – ha spiegato il direttore sanitario dell’Ats Insubria Giuseppe Catanoso – mi preoccupa la riapertura delle scuole dal 7 gennaio, anche se a scaglioni e con solo tre quarti degli studenti presenti. Il problema non è all’interno delle classi, sappiamo che gli ambienti scolastici sono controllati, le regole vengono rispettate».

«È’ invece fondamentale evitare l’assembramento a bordo dei mezzi pubblici e subito fuori dagli istituti. È ciò che gira intorno alle scuole che fa circolare il virus. Lo dicono i numeri. L’impennata dei positivi nella seconda ondata l’abbiamo vista tra la metà di settembre e l’inizio di ottobre. Con un aumento di quattro, anche sei volte superiore al periodo precedente che è cresciuto anche nelle successive settimane. La scuola potrebbe essere la leva per la ripartenza dei contagi e l’arrivo, all’inizio del 2021, della terza ondata».

Ad ottobre il tracciamento è saltato perché telefonare a tutti i positivi e ai relativi contatti per l’Ats era diventato impossibile. I tamponi e i tracciamenti nel mondo scolastico comunque sono stati massicci. I vertici di Ats dicono di aver assunto tanti tracciatori, passando dai 40 di aprile ai 120 di settembre. Ma non è stato comunque sufficiente per affrontare la seconda ondata con migliaia di positivi al giori. Da qui il tentativo di costruire un sistema automatico per le quarantene tramite sms.

«È sulla riapertura della scuola che adesso dobbiamo concentrarci – ha detto ancora Catanoso –. Ribadisco che la chiave è soprattutto la distanza da mantenere sui mezzi pubblici, gli studenti non devono essere stipati. Non abbiamo poteri impositivi, ma porteremo al tavolo tecnico aperto dalle Prefetture di Como e di Varese le nostre preoccupazioni. Magari dei suggerimenti, ci sono tanti bus turistici inutilizzati. Bisogna anche promuovere una vigilanza attenta. E insistere con forza sui ragazzi. Perché sono loro il tramite dell’infezione e sono loro a portare il contagio a casa. Dai genitori ed anche dai nonni. Sperando di non rivedere a metà gennaio gli ospedali pieni di anziani. Servono sacrifici fino alla prossima estate, mi auguro di non vedere più le piazze piene di giovani che fanno l’aperitivo».

Sul tema dei trasporti pubblici ed in particolare dei bus scolastici la Prefettura in città ha aperto un tavolo tecnico. Tra marzo e settembre per mesi e mesi si è parlato delle corse per gli studenti, poi però è stato fatto poco o nulla per migliorare gli spostamenti da casa a scuola.

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