Ausili su misura negati ai disabili. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato qualcosa si muove

Sanità Pensionato malato di sclerosi attende da anni un letto adeguato. «Prescritto un materasso speciale, e sugli altri ausili forse ci sono spiragli»

La sanità pubblica deve garantire ai disabili gravi tutti quegli ausili professionali e su misura che consentano la migliore qualità della vita possibile. Il pronunciamento del consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso del governo Meloni contro la sentenza con la quale il Tar ha dato ragione all’associazione Coscioni in merito ai presidi e alle protesi su misura negate a molti disabili, sembra stia dando i primi frutti. Almeno, è quello che spera Gavino Puggioni, studioso e scrittore comasco, 76 anni, da qualche tempo costretto a letto a causa della sclerosi multipla.

La vicenda

Della sua storia avevamo trattato nei giorni scorsi, quando ci raccontò della battaglia - invero sempre combattuta con l’arma della gentilezza - per poter ottenere dalla Asst Lariana un letto particolare che gli possa consentire di svolgere fisioterapia, di muoversi più agilmente e di poter sbrigare un minimo di attività quotidiane pur non potendo più stare sulla carrozzina.

«Qualcosa si muove - conferma lui - Mi ha scritto la sempre gentilissima dottoressa con cui sono in contatto, e mi ha detto che il materasso antidecubito speciale che avevo richiesto è stato ordinato e che quanto prima mi sarà consegnato».

Ma anche sul fronte del cambio del letto, quello attuale il signor Puggioni lo ha definito come «la mia gabbia per canarini», potrebbero esserci delle novità. «Sempre la dottoressa con cui sono in contatto, mi ha suggerito una procedura per provare a ottenere quanto richiesto. Alla fine la mia non è una pretesa di avere un letto che mi porti su marte, ma che sia appropriato alle condizioni in cui mi trovo».

Il pronunciamento del Consiglio di Stato dovrebbe finalmente aver sciolto ogni nodo, a vantaggio delle persone che, come Gavino Puggioni, stanno affrontando (peraltro con il sorriso e con grande coraggio) la disabilità.

I diritti

A sollevare la questione era stata l’Associazione Coscioni, che aveva fatto ricorso al Tar «per rimuovere immediatamente ogni ostacolo che impedisce a chi ne ha bisogno di ricevere i giusti e idonei dispositivi». Il governo aveva impugnato la sentenza che aveva dato ragione alla class action dell’associazione e di alcuni disabili, ma anche il Consiglio di Stato ha condannato lo Stato. E ha sottolineato la necessità di dover «tenere conto dei diritti fondamentali e irriducibili della persona, quali la salute e la dignità umana». Da qui l’indicazione di «verificare se le specifiche esigenze degli assistiti con disabilità grave e complessa siano adeguatamente soddisfatte attraverso le modalità di erogazione dei dispositivi protesici all’uopo predisposte e, in caso contrario, attuare interventi correttivi». Il tutto a fronte di quel «diritto fondamentale e irriducibile della persona» che sono la salute e la dignità umana.

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